Angeli e Demoni nella Commedia di Dante

Lezione della prof.ssa Matilde Pinna

23 novembre 2022

"Angeli e Demoni nella Commedia di Dante", questo il suggestivo titolo dell'incontro che la Professoressa Matilde Pinna ha tenuto Mercoledì 23 novembre 2022 per i Soci dell'Università Terza Età Città di Gubbio, proseguendo il percorso già iniziato nel precedente anno accademico su  Dante Alighieri e la sua opera.


Nella concezione dell'universo Dantesco, che riproduce la visione cosmologica medievale, derivata da quella aristotelico – tolemaica, l'Inferno è un’ampia voragine a forma d’imbuto verso il centro della terra nei pressi di Gerusalemme; il fiume Acheronte lo divide in Antinferno, dove si trovano gli ignavi e Inferno propriamente detto. 

DEMONI

Tante le creature spaventose che durante il suo viaggio nell'aldilà Dante incontra a custodia del regno dei dannati: Caronte, Minosse, Cerbero, Pluto, Flegias, Minotauro, Gerione, il gigante Anteo. 

Caronte, lo spietato barcaiolo che traghetta le anime al di là dell'Acheronte, il fiume infernale, per farle entrare nell' Inferno, ha lo stesso ruolo che ha anche nell’Eneide di Virgilio ed è descritto  come un vecchio, ma nella Commedia appare molto più brutale. Insulta e frusta coloro che sono già destinati alle pene infernali. Il suo aspetto terrificante è acuito dagli occhi infuocati, «'ntorno a li occhi avea di fiamma rote».

Cerbero, il mitologico cane a tre teste, a guardia degli inferi per gli antichi, con gli occhi rossi, “la barba unta e atra, ‘l ventre largo, e unghiate le mani’. Con gli artigli tormenta le anime dei golosi, sprofondati in una fanghiglia maleodorante e flagellati da un’eterna pioggia.

E poi i Malebranche, gruppo di diavoli che tormentano con degli uncini le anime dei fraudolenti, i "barattieri," immerse nella pece bollente, nell’ottavo cerchio, le Malebolge. Molto particolari all'interno della Commedia:  pur essendo dei mostri infernali, costituiscono un inatteso elemento comico.  Rappresentano infatti la parte più "volgare" dell'essere umano, i suoi  istinti più bassi, dicono parolacce e si comportano in modo da suscitare il riso.

Infine Lucifero, Satana, l'angelo caduto che si ribellò a Dio e che venne sprofondato nel cuore della Terra, creando l'Inferno. Il più terribile tra tutti i mostri dell'Inferno di Dante, tanto  bello quando era un angelo, tanto  orrendo ora che si è dannato rivoltandosi contro Dio. Intrappolato dall'ombelico in giù nella ghiacciaia che ricopre le anime dei traditori dei propri benefattori  - i peccatori peggiori per Dante e per i suoi contemporanei - mastica con le sue tre bocche per l'eternità un corpo. Si tratta dei tre traditori peggiori della storia: Giuda, che tradì Gesù, e Bruto e Cassio, che tradirono Cesare, simbolo dell'autorità politica e imperiale. 

 ANGELI

Se la descrizione dei Demoni risulta vivida e scenografica, quella degli Angeli è molto più eterea e meno varia. Privi di qualsiasi materialità, sono pure intelligenze la cui funzione è “volgere i cieli,” le sfere celesti. Si manifestano come esecutori della Provvidenza Divina e come messaggeri di salvezza nei momenti più difficili del viaggio di Dante.

Custodi delle varie balze, nel Purgatorio hanno il compito di  aiutare le anime purganti a liberarsi dalle conseguenze spirituali derivanti dai vari peccati, per presentarsi totalmente pure a Dio e passare dal desiderio del bene alla sua completa realizzazione.

Di grande fascino estetico e umano sono i due angeli presenti nella valletta dei prìncipi. Mentre il capo biondo e il verde chiaro della veste e delle ali conferiscono loro un aspetto giovanile, il loro volto esprime tanta potenza che l’occhio non la sostiene.

Alcuni Angeli hanno una loro umanità e soavità, come l’angelo dell’umiltà che cancella dalla fronte di Dante il primo «P», così che il poeta può salire più leggero verso il Paradiso terrestre. Altri angeli vengono caratterizzati come lieti, gioiosi, benigni, ma nello stesso tempo pieni di luminosità e incandescenti.

 Nel Paradiso terrestre e nel Paradiso celeste gli Angeli non appaiono singolarmente, ma in schiera e poi in coro. Una schiera di angeli scende nel Paradiso terrestre cantando il “Benedictus” e a ogni cerchio del Paradiso celeste è attribuito un coro angelico, secondo la divisione canonica di: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù, Principati, Arcangeli e Angeli. Unica eccezione l’Arcangelo Gabriele, che è al servizio personale di Maria di cui canta le lodi.

Qual è il rapporto tra Dio e cori angelici? Dio è al centro, punto luminoso di luce acutissima. Intorno girano nove cerchi luminosissimi e concentrici, animati da un’unica forza motrice, l’Amore. Mentre i cieli tolemaici si muovono tanto più velocemente quanto più sono distanti dalla terra, i cerchi angelici sono tanto più veloci quanto più sono vicini a Dio, fonte dell’Amore. I cori angelici più vicini a Dio –  Serafini e Cherubini - lo amano di più e perciò girano più velocemente.

 Le immagini del cerchio, del moto e della luce raffigurano la straordinaria esperienza interna del poeta, la sua ricchezza intellettuale ed artistica.                                                                                                   

IL NUMERO DEGLI ANGELI.  Quanti sono?

Nel canto XXVIII del Paradiso, Dante giunge al nono cielo del Paradiso, denominato anche Primo Mobile, in quanto è il primo a muoversi dei nove cieli, sotto l'impulso diretto di Dio che si trova nell’Empireo,  trasmettendo il movimento agli altri otto cieli.

Qui si trovano le gerarchie angeliche, distribuite in nove cerchi infuocati che ruotano intorno a Dio. La quantità enorme degli angeli viene descritta da Dante con un riferimento di natura matematica. 


…L’incendio suo seguiva ogni scintilla; 

ed eran tante, che ‘l numero loro

     più che ‘l doppiar delli scacchi s’immilla…

“… Ogni angelo (scintilla) seguiva il proprio cerchio infuocato (incendio);

erano così tanti, che la loro quantità,

più che raddoppiarsi come i chicchi di riso negli scacchi, va di mille in mille…”

Per la spiegazione, clicca qui e leggi la "Lggenda di Sissa Nassir", inventore degli scacchi