Visita alla Chiesa della Madonna del Prato di Gubbio

Visita venerdì 3 Maggio 2024 per i Soci dell'Università della Terza Età Città di Gubbio alla Chiesa della Madonna del Prato di Gubbio con Paolo Salciarini che ne ha illustrato la storia e l'architettura.

La chiesa, che si presenta in tutta la sua bellezza e il suo pregio dopo i recenti restauri, è la replica del San Carlino alle Quattro Fontane di Roma del Borromini e costituisce un esempio insigne dell'arte barocca in Umbria.  

Situata sul terreno un tempo di proprietà delle Canonichesse di Santo Spirito, è posta dove sorgeva una piccola cappella, appena fuori le mura della città sulla direttrice che da Porta Marmorea conduce verso Perugia. 

Nella piccola costruzione, che secondo la tradizione si pensava fosse stata l’abitazione dei Beati Sperandio, Gennara e Sperandia vissuti nel sec. XIII, era conservata  un’effigie collocata sopra l’altare, dipinta su pietra, raffigurante la Vergine con il Bambino: una immagine veneratissima dagli eugubini. 

Nel XVII secolo gli episodi straordinari che si verificarono per intercessione della Vergine lì rappresentata, sollecitarono il vescovo Alessandro Sperelli ad occuparsi dell'accaduto. Egli, dopo aver raccolto molte  testimonianze sugli eventi, prese molto a cuore la piccola costruzione e l'effigie ritenuta miracolosa tanto da accogliere la richiesta delle Canonichesse del Monastero di Santo Spirito, proprietarie della cappella e dei terreni adiacenti, che lo supplicavano di ampliarla. 

Egli pensò piuttosto di realizzare una nuova costruzione la cui prima pietra venne posta il 12 Novembre 1662.

Grazie all’intercessione del cardinale Ulderico Carpegna, venne chiesto al grande architetto Francesco Castelli detto il Borromini (Bissone 1599 – Roma 1667)  di realizzare la replica del progetto del San Carlino alle Quattro Fontane dei Trinitari spagnoli a Roma, considerato come uno dei più alti esempi dell’architettura barocca in Italia.

L’eugubino Carlo Perugini ebbe la direzione dei lavori ed è documentata la sua presenza a Roma durante il periodo di costruzione della chiesa, per collaborare con Borromini che da lì seguiva i lavori.


La facciata della Ciesa è in conci di pietra locale detta palombina, sobria ed elegante, suddivisa in due parti: nella parte inferiore prevalgono elementi dorici, con lesene e capitelli  pensili sospesi; la parte superiore è caratterizzata da elementi corinzi compositi come i capitelli. Il finestrone centrale, in asse con la porta d’ingresso, è sormontato da un timpano rotondo spezzato da una conchiglia  e affiancato da pendagli floreali.

La facciata, comprese le due statue nelle nicchie della parte alta, raffiguranti il beato Sperandio e la beata Gennara, sono opera di Palmerino Muccianti (1602 - 1679) e del suo allievo Biagio Vantaggi (1639 - 1713) entrambi eugubini. 

La cupola fu affrescata da Francesco Allegrini e Louis Dorigny (1677–1678). La chiesa conserva anche pale d'altare di Ciro Ferri, Gaetano Lapis e Domenico Maria Viani. 


Per la descrizione completa della Chiesa si rimanda al seguente link:

CATALOGO DEI BENI CULTURALI con descrizioni dettagliate 

https://catalogo.beniculturali.it/search/Site/89c17c634b7ab97e93bb8a2e1fda9b78