Concerto lirico

 12 marzo 2022

CONCERTO LIRICO 

Sabato 12 marzo 2022 alle ore 17:00 presso la sala ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana di Gubbio si è tenuto un concerto lirico con la Soprano Valeria Fratini e la Pianista Giulia Gambini, con la guida del Prof. Lucio Vinciotti. 

L'iniziativa si inserisce nel PROGETTO MUSICA attivato da Università Terza Età Città di Gubbio per l'a.a. 2021/2022. Il progetto prevede vari appuntamenti, nell'ambito della musica classica e lirica e in quello della musica leggera.  (continua a leggere)

Da sempre attenta a proporre attività che contribuiscano alla crescita culturale dei suoi Soci in ogni campo, la nostra Università riserva un posto di rilievo all'educazione musicale e alla fruizione della musica.

Non avendo mai proposto un concerto dal vivo di musica classica, lo ha realizzato in questa occasione accogliendo  con entusiasmo l'invito del Professor Vinciotti, che già nel mese di dicembre 2021 aveva guidato i Soci nel mondo di "Cavalleria Rusticana". 

Da tempo il Professor Vinciotti collabora con la nostra Università mettendo a disposizione la sua lunga esperienza quale promotore del progetto "Fiorisce la Musica Classica", nato per i giovani nella scuola e poi esteso con successo ad un pubblico di tutte le fasce di età, nonchè organizzatore di numerosi concerti dal vivo.

La sua peculiarità, a proposito di questi ultimi, è sempre stata quella di avvicinare, a professionisti con una propria notorietà, giovani esordienti con lo scopo di consentire loro di esprimersi e di crescere professionalmente.

Abbiamo dunque recepito questa sollecitazione, convinti che i giovani debbano trovare spazi per manifestare il proprio talento e per fare esperienza.

Questa iniziativa, inoltre, ha avuto il grande pregio di avvicinare il pubblico alla musica classica e lirica, per farla conoscere ed amare con maggior attenzione e consapevolezza.

Il concerto del 12 marzo dunque ha saputo coniugare entrambi gli aspetti: palcoscenico per  apprezzare giovani che possono vantare già anni di studio di prestigio  e significative esperienze professionali e al tempo stesso occasione per un'esperienza musicale di prestigio.

Il notevole livello delle prestazioni canore e strumentali esibite dalle due protagoniste, la loro giovanile passione e la competenza del Professor Vinciotti, unite al suo entusiasmo e alla sua capacità di coinvolgimento, hanno fatto dell'evento un successo. 

Un'esperienza significativa di avvicinamento ad una musica che di solito mette in soggezione, ma che è diventata magicamente un' occasione per imparare ad amarla.

VALERIA FRATINI Soprano


Nasce a Gubbio (Pg) nel 1995. A 14 anni intraprende insieme allo studio del canto pop quello del canto lirico con il soprano Lucia Casagrande Raffi aggiudicandosi nel 2011 ad Arezzo il premio della critica "Fame Star Accademy" e a Bordighera il secondo posto al concorso "Una nota per amica".


 

All'età di 16 anni entra al conservatorio Morlacchi di Perugia, dove si laurea in Canto con 110 e lode sotto la guida della docente Gabriella Rossi. Attualmente sta per laurearsi nel corso di II livello in Canto con la docente Milena Josipovic. (continua a leggere)

 

Ha interpretato il ruolo di Christine dal “The Phantom of the opera”, al teatro comu-nale di Gubbio e di Bevagna.


 

Ha preso parte a diverse rappresentazioni eugubine, tra cui l'opera “Il Re Pastore” di Mozart, nel ruolo di Elisa e l'opera “Così fan tutte” nel ruolo di Dorabella.

 

Numerosi i concerti con alcuni professionisti della lirica.

 

Ha partecipato alle Master class di Daniela Dessì, Desirèe Rancatore e Salvatore Cordella. Ha studiato con Desirèe Rancatore e Maria Argento.

 

Affianca all’attività di studentessa quella di insegnante di canto presso la Scuola comunale di Gubbio.

GIULIA GAMBINI  Pianoforte

 

Nasce a Gubbio (PG) nel 1995. Dall’età di dieci anni comincia lo studio del pianofor-te sotto la guida di Agnese Gatto e, successivamente, di Giovanna Petrucci e Carlo Alberto Neri.

 

Nel 2014 si diploma con il massimo dei voti presso il liceo classico G. Mazzatinti di Gubbio.

 

Dal 2009 frequenta il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia, dove nel 2015 consegue il Diploma Accademico di primo livello con 110 e lode, sotto la guida del M° Alessandro Gagliardi.

 

Nel febbraio 2018 con lo stesso docente ha conseguito il Diploma accademico di secondo livello ad indirizzo concertistico laureandosi con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. (continua a leggere)

Si è perfezionata presso l’Accademia di Musica di Pinerolo sotto la guida del M° Enrico Pace, e ha frequentato masterclass con i maestri Luca Monti, Michele Marvulli, An-drea Lucchesini.


 

 

In qualità di pianista accompagnatore è invitata regolarmente ad importanti festival e masterclass quali Musica d’estate (Bardonecchia, TO) e Ambient'azioni Musicali (Ventotene, LT), occasioni nelle quali ha collaborato con i Maestri Adrian Pinzaru, Francesco Dillon, Maria Ronchini e Gabriele Falcioni.


 

Ha al suo attivo varie esibizioni, sia in formazioni cameristiche sia come solista, in rassegne musicali quali EstOvest festival (Torino), Sagra Musicale Umbra (Perugia), Musica d’estate - Concerti dell’Accademia di Musica di Pinerolo (Bardonecchia, TO), Festival Inter-nazionale dei Giovani Concertisti (Castel Rigone, PG), Pianocity (Napoli), Gubbio Summer Festival (Gubbio, PG), Etruria Classica (San Vincenzo, LI), ecc.



 

Il ruolo di solista l’ha vista inoltre protagonista nell’esecuzione di A ubade di F. Poulenc con l’Orchestra del Conservatorio di Perugia, in occasione della presentazione del libro Francis Poulenc: una biografia (prima pubblicazione in lingua italiana sull’autore) e del Concerto op. 54 di R. Schumann insieme all’Orchestra da Camera di Gubbio, con la quale collabora stabilmente.


 

Parte importante della sua attività è dedicata all'insegnamento, è infatti docente di pianoforte presso la Scuola di musica del Trasimeno e la Scuola comunale di Gubbio.

PROGRAMMA DI SALA e NOTA ESPLICATIVA sui brani eseguiti


O mio babbino caro - G. Puccini - Gianni Schicchi - Soprano Valeria Fratini

Ach ich fuhl’s (Ah, lo sento) - W.A. Mozart - Il flauto magico - Soprano Valeria Fratini

Sonata op. 27 n.2 “Al chiaro di luna” - Adagio sostenuto - L von Beethoven - Pianoforte Giulia Gambini

Saper vorreste - G. Verdi - Un ballo in maschera - Soprano Valeria Fratini

Quando men vo - G. Puccini - La boème - Soprano Valeria Fratini

Clair de lune - Suite Bergamasque - C. Debussy - Pianoforte Giulia Gambini

Dicitenciello vuje - Rodolfo Falvo - Soprano Valeria Fratini

Santa Lucia Luntana - E.A. Mario - Soprano Valeria Fratini 

cliccando di seguito leggi la nota esplicativa messa a disposizione dal Prof. Lucio Vinciotti 

1)   O MIO BABBINO CARO

Dal "Gianni Schicchi" di Puccini. Alla morte di un ricco proprietario i parenti scoprono che questi ha lasciato tutto al convento. Allora tengono nascosta la morte e chiamano Gianni Schicchi che si sostituisce al morto e che, alla presenza di un nuovo notaio che non lo conosce, ridetta un nuovo testamento; ma, furbo come è, Gianni Chicchi lascia la villa in cui si trova a se stesso e i parenti non possono dire nulla, altrimenti si scoprirebbe l’inganno.

In questo brano Lauretta, la figlia di Gianni Schicchi, è innamorata di Rinuccio e supplica il padre di aiutarla: “O mio babbino caro, mi piace, è bello, vo’ andare in Porta Rossa a comprar l’anello….E se l’amassi indarno andrei sul ponte vecchio ma per buttarmi in Arno”.

Nell’attacco al pianoforte all’inizio si sente quasi una dissonanza come se stonasse, ma la cosa è voluta da Puccini per far risaltare ancora di più la straordinaria dolcezza che il cantante riesce a trasmettere con questa melodia conosciutissima in tutto il mondo. (Valeria Fratini, Soprano)

 

2)   ACH, ICH FÜHL’S (Ah, lo sento)

Dal "Flauto magico di Mozart", ultima opera del settembre 1791 poi, pochi mesi dopo, il 5 dicembre 1791,  ad appena 35 anni, Mozart morirà. L’opera è scritta in tedesco perché l’impresario che gliela commissionò voleva qualcosa rivolto al grande pubblico  che doveva stupire per gli effetti magici, tanto che per  l’allestimento vennero spesi 5000 fiorini. Era una favola con personaggi cattivi, come la regina della notte, e personaggi buoni, come Pamina la figlia.

Il brano è cantato da Pamina che si rivolge al suo amato Tamino, ma lui non può parlare  perché è sotto l’effetto di una magia così lei crede che non la ami più e vuole morire.

E’ uno dei brani più tragici e toccanti che Mozart abbia scritto; brano difficile, per la cantante che tiene da sola la linea melodica senza l’aiuto dello strumento, per la pianista che suona poche note,  ma sono quelle  che danno il tempo a tutto il brano e non può sbagliare, e difficile anche per noi che ascoltiamo, ma diventa  bellissimo se riusciamo a cogliere tutto il tormento di Pamina. Non a caso è  scritta in sol minore, la tonalità che Mozart riservava  alle partiture con cui voleva trasmettere un profondo    senso  di lamento e di tragedia. (Valeria Fratini, Soprano)

  

3) SONATA op. 27 n°2  – I movimento-  Adagio sostenuto comunemente chiamata “AL CHIARO DI LUNA”  di Ludwig von Beethoven. A dire la verità questo nome non fu dato da Beethoven, ma da un critico berlinese che paragonò questo primo movimento al chiarore lunare che si diffonde nelle serate di calma sul lago dei Quattro Cantoni. La sonata è del 1801. Quindi Beethoven aveva 31 anni e la dedicò alla contessina Giulietta  Guicciardi,  giovane sua allieva di cui si era innamorato.  

 

Questa sonata trasmette una grande tranquillità, quella tranquillità  che Beethoven non aveva dentro di sé perché aveva un carattere forte segnato dalle sofferenze dell’infanzia e della giovinezza (un padre violento alcolizzato), con comportamenti stravaganti e tratti misogini (aveva difficoltà a relazionarsi con gli altri un po' anche per la sordità che lo aveva colpito) e questo fatto di trasmettere dei sentimenti fa di questo pezzo un elemento chiave nel passaggio dal classicismo di Mozart al romanticismo.

 

Una  curiosità  su questo brano. Avete visto il film “Ennio”? Ennio Morricone all’inizio della carriera faceva l’arrangiatore di  canzoni, come “In ginocchio da te” di Morandi, “Sapore di sale” di Paoli, “Abbronzatissima” etc. Tra le altre arrangiò anche “Voce e notte” cantata da Miranda Martino. L’arrangiamento è fatto proprio con questo “Chiaro di luna” di Beethoven che si sente bene nel preludio iniziale, prima che entri la cantante e come sottofondo sul canto.


Infine un’ultima annotazione sulle modalità di esecuzione. Beethoven scrisse, sono parole sue: “Si deve suonare tutto questo pezzo delicatissimamente e senza sordino”, che sta ad indicare che il pezzo va sonato facendo uso del pedale di risonanza che deve combinarsi con un certo modo di attaccare il tasto. (Giulia Gambini, pianoforte)

 

  

4)   SAPER VORRESTE

 Dall’opera “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi del 1859,     quindi un Verdi al massimo del successo. Dopo i trionfi di Traviata, Trovatore e Rigoletto. Un’opera che ebbe molti problemi con la censura perché parlava dell’assassinio del re Gustavo III di Svezia, fatto realmente accaduto, e da poco c’era stata la Rivoluzione francese, tanto che Verdi dovette cambiare titolo e personaggi. Il re diventa conte Riccardo Governatore di Boston, ucciso durante un ballo in maschera a corte.


Il brano è cantato da Oscar, un paggetto che risponde a chi gli chiede sotto quale maschera si cela il conte e lui risponde in modo scherzoso:  “Saper vorreste di che si veste, quando l’è cosa ch’ei vuol nascosa. Oscar lo sa, ma nol dirà, tra  la’ la’ la’, là là là là”.

Un brano scherzoso e divertente che vuole alleggerire la tensione dell’opera e subito  ben  accolto dal pubblico. L’attacco del pianoforte, prima che entri il soprano ci dà proprio questa     sensazione di leggerezza e brio. (Valeria Fratini, Soprano)

 

5)   QUANDO MEN VO

Da “La Bohème” di Giacomo Puccini. Musetta è amica di Mimì ma hanno due caratteri opposti. Musetta fa la bella vita, si accompagna a qualche anziano ricco che la mantiene poi ha i suoi amanti giovani.

Così in  questo brano, per fare ingelosire Marcello, si trovano in un bistrot a Parigi, canta il famoso valzer pieno di   malizia femminile: “Quando men vo soletta per la via la gente sosta e mira e la bellezza mia tutta ricerca in me da capo a piè”. (Valeria Fratini, Soprano)

 

6)   CLAIR DE LUNE

Fa parte della Suite Bergamasque di Claud Debussy, compositore francese nato nel 1862 e morto nel 1918, quindi contemporaneo di Puccini che lo ammirava e prese molto dalla sua musica. Il termine Suite indica che si tratta di una serie di brani, in questo caso quattro, ispirati ai balli popolari o cortigiani del Seicento- Settecento. Il termine Bergamasque risale addirittura a Shakespeare che, nel “Sogno di una notte di mezza estate”, fa riferimento ad una danza rustica nata a Bergamo, termine poi ripreso da Verlaine in una sua poesia.  

Debussy è definito compositore impressionista cioè il pittore dei suoni, in analogia all’impressionismo nella pittura di Renoir, Monet, Van Gogh, Gauguin…che si basava tutto su giochi di luce colori e ombre in un contorno non ben definito; così è la musica di Debussy con le note che si susseguono come un gioco di luci colori e ombre, tutto dolcemente sfuocato e sospeso. Il brano è il terzo della Suite. (Giulia Gambini, pianoforte)

 

7)   DICITENCELLO VUIE

Una canzone napoletana del 1930 di Rodolfo Falvo,  compositore nato a Napoli nel 1873 chiamato “Mascagnino” per la grande somiglianza con Mascagni.

Questa è la sua composizione più nota. “Dicitencello a ‘sta cumpagna vosta ch’aggio perduto ‘o suonno e ‘a fantasia. Ch’ ‘a penzo sempre ch’è tutta ‘a vita mia…E’ na passione cchiù forte ‘e 'na catena, ca mme tormenta ll’anema e nun mme fa campà”. (Valeria Fratini, Soprano)

 

8)   SANTA LUCIA LUNTANA

Composta da E. A. Mario nel 1919 (Ermete Alessandro Mario), pseudonimo con cui si firmava il poeta e compositore Giovanni Gaeta. Autore di testi e canzoni e per alcune anche compositore (la “Leggenda del Piave”, “Tammuriata nera,” ”Santa Lucia Luntana”…).

La canzone divenne subito un successo. Dedicata ai tanti emigranti napoletani che partivano dal porto di Napoli verso l’America, riproponeva il tema triste dell’emigrante che vedeva come ultimo lembo di terra il borgo di Santa Lucia di Napoli.

Infatti dice: ”Santa Lucia! Luntano a te quanta malincunia! Se gira ‘o munno sano, se va a cerca’ furtuna, ma quanno sponta ‘a luna luntan’ a Napole nun se po’ sta’!” (Valeria Fratini, Soprano)

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