"Tra verità e menzogna, la vita alla ricerca del senso. Cosa può dirci ancora la Filosofia"
"Tra verità e menzogna, la vita alla ricerca del senso. Cosa può dirci ancora la Filosofia"
Incontro con Don Francesco Menichetti
8 Gennaio 2025
“Tra verità e menzogna, la vita alla ricerca del senso. Cosa può dirci ancora la Filosofia”.
Questo l’argomento affrontato da Don Francesco Menichetti Mercoledì 8 Gennaio 2025 per i Soci dell’Università della Terza Età Città di Gubbio.
Il senso e il fine ultimo dell’esistenza sono questioni che hanno accompagnato il pensiero umano fin dalle sue origini, intrecciando filosofia, religione, scienza e cultura. Le risposte fornite nel corso dei secoli variano significativamente a seconda delle epoche, delle scuole di pensiero e dei contesti culturali.
Le origini: mito e cosmologia
Nelle prime civiltà il senso dell’esistenza era strettamente legato ai miti e alle cosmologie religiose. Le culture mesopotamiche, egizie, indiane e cinesi vedevano l’universo come il risultato di un ordine divino. L’esistenza umana era spesso considerata parte di un piano cosmico, con un fine ultimo che consisteva nel mantenere l’armonia con il divino e la natura.
La filosofia classica: ricerca della virtù e della conoscenza
Con l’avvento della Filosofia greca il senso dell’esistenza iniziò a essere esplorato in termini razionali: si iniziò a chiedersi non solo il “come” delle cose e dell’esistenza, ma il “perché”, il fondamento dell’esistere, l’”archè”. E così la Filosofia presocratica lo individuò in elementi fisici quali l’acqua, il fuoco, l’aria, Platone nell’Idea del Bene, una realtà trascendente e perfetta, e Aristotele nel Primo Motore Immobile.
Le visioni religiose: salvezza e trascendenza
Con il Cristianesimo e altre religioni monoteistiche il senso dell’esistenza venne ricondotto alla relazione con Dio. L’obiettivo ultimo divenne la salvezza dell’anima e l’unione con il divino. In questo contesto, la vita terrena era vista come una preparazione per la vita eterna.
La modernità: l’individuo e il progresso Con l’Età Moderna pensatori come Cartesio, Galilei, poi gli Illuministi e i Positivisti quali Comte, affermarono la centralità dell’essere umano e della ragione, dunque la necessità di occuparsi del “come” le cose accadono piuttosto che chiedersi il “perché”, giungendo a ridefinire il senso dell’esistenza. Pensatori come Kant e Hegel vedevano il fine dell’esistenza nell’autonomia morale, nel progresso della storia e nella realizzazione dello spirito. Allo stesso tempo l’emergere della scienza iniziò a proporre una visione dell’esistenza meno legata al trascendente e più centrata sull’evoluzione naturale.
La crisi del senso: esistenzialismo e nichilismo
Nel XIX e XX secolo filosofi come Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger misero in discussione i fini assoluti dell’esistenza, sottolineando la necessità di creare nuovi valori e lasciando all’individuo la libertà e la responsabilità di definire il proprio senso.
Oggi: la ricerca del senso tra pluralismo e soggettività
Nel mondo contemporaneo il senso dell’esistenza è visto come profondamente soggettivo e pluralistico. Le filosofie postmoderne mettono in discussione l’esistenza di un unico fine ultimo, evidenziando invece la molteplicità di significati che le persone possono attribuire alla propria vita. Alcuni trovano senso nelle relazioni, altri nella realizzazione personale, nella spiritualità, nella scienza o nell’arte. Oggi si ha una fiducia estrema nella scienza, prevale la presunzione di poter spiegare in ogni aspetto la realtà piuttosto che il desiderio di chiedersi il perché e il significato ultimo dell’esistere.
Se la Filosofia antica mirava alla contemplazione della verità e quella moderna spesso interrogava i limiti della conoscenza, oggi essa si confronta con un mondo dominato dalla relatività e dalla complessità. Viviamo in un’epoca in cui le informazioni si moltiplicano, ma il senso della realtà sembra sfuggirci.
Tuttavia l’uomo moderno, nel suo rapporto con l’essere, è costantemente alla ricerca di un senso, ma spesso si smarrisce nei luoghi comuni e nel conformismo sociale.
Cosa può dirci oggi la Filosofia: la vita alla ricerca del senso
La Filosofia può tuttavia ancora essere una guida.
Non offre risposte definitive, ma invita a un pensiero critico, capace di smascherare le menzogne, sia quelle costruite dalla società sia quelle che ci costruiamo per paura di affrontare la verità.
Nel mondo contemporaneo, dominato dai media e dalla tecnologia, dove il confine tra verità e menzogna è diventato sempre più labile, la Filosofia continua a insegnarci che la ricerca del senso è un compito mai concluso.
La Filosofia ci invita ad affrontare il rischio dell’incertezza e a riconoscere che il senso della vita non è dato una volta per tutte, ma si costruisce attraverso le nostre scelte.
Non ci dà certezze assolute, ma ci offre strumenti per navigare tra le verità e le menzogne della vita. È un invito al dialogo, al dubbio e alla riflessione, un richiamo alla responsabilità di costruire, giorno dopo giorno, un’esistenza dotata di senso.
Il filosofo francese contemporaneo Jean-Luc Nancy ripercorre la storia dell’intreccio, così importante nella tradizione filosofica, fra fede e ragione al fine di giungere alla “dischiusura” dei confini di entrambe. Contro le due minacce tipiche della società attuale, la laicità che porta al nichilismo e la ricaduta nel fondamentalismo, è necessario aprirsi all’esistenza e meravigliarsi dell’esistenza in quanto tale, consci che, se non è nostro il compito di creare verità, è invece nostro quello di “meravigliarci” e di lasciare aperta la possibilità di incontrarla, in un' umiltà del camminare che ci riporta dopo due millenni al "sapere di non sapere" Socratico, come guida alla ricerca del senso del nostro esistere.