"Il mondo dei bambini, delle bambine e delle madri nel Medioevo "
"Il mondo dei bambini, delle bambine e delle madri nel Medioevo "
Lezione della Dott.ssa Paola Mercurelli Salari
5 Febbraio 2025
“Il mondo dei bambini, delle bambine e delle madri nel Medioevo” con la Dott.ssa Paola Mercurelli Salari, Direttrice del Museo del Palazzo Ducale di Gubbio, per i Soci dell’ Università della Terza Età Città di Gubbio, Mercoledì 5 febbraio 2025.
Un viaggio molto interessante nell’arte medievale, documentato da suggestive rappresentazioni tratte da affreschi, dipinti, miniature, per scoprire come la maternità e l’infanzia fossero vissute in modo diverso rispetto a oggi.
Modalità, credenze e ruoli sociali, che variavano a seconda dello status sociale e del contesto culturale, a cominciare dal ruolo delle madri, fino alla vita quotidiana dei bambini e delle bambine, le pratiche di allattamento e cura, i corredi infantili.
Le madri medievali avevano un ruolo fondamentale nella crescita dei figli, ma le difficoltà legate alla gravidanza e al parto rendevano la maternità un’esperienza spesso rischiosa. Le madri contadine e artigiane, oltre alla cura dei figli, contribuivano al lavoro nei campi o nelle botteghe, quelle nobili spesso delegavano la cura dei neonati a balie, soprattutto nei primi anni di vita.
Frequente era la mortalità materna e infantile: la mancanza di igiene e di conoscenze mediche rendevano il parto pericoloso e la vita dei bambini fragile. Abitualmente la maternità era accompagnata da rituali religiosi e amuleti per proteggere madre e neonato.
L’idea dell’infanzia come fase separata della vita non era ancora pienamente sviluppata: i bambini erano spesso considerati “piccoli adulti” e inseriti presto nel mondo del lavoro o dell’educazione. Nell’ambiente contadino e artigianale iniziavano a lavorare sin da piccoli, aiutando nei campi o nelle botteghe, mentre i figli della nobiltà venivano educati per diventare cavalieri, dame o ecclesiastici. Le bambine, destinate al matrimonio o alla vita monastica, ricevevano un’istruzione limitata alle arti domestiche o alla lettura religiosa.
Giochi e svaghi erano accompagnati da semplici giocattoli: trottole, bambole di pezza, palloni di stoffa o fatti con la vescica del maiale. I giochi all’aperto erano diffusi tra i bambini di tutte le classi sociali.
Il sistema delle balie. L’allattamento era una fase cruciale, ma non sempre svolta dalla madre biologica, soprattutto tra i ceti più alti per i quali il ruolo delle balie era fondamentale. Queste donne, allattavano su commissione, stipulando veri e propri “contratti a balia”, che stabilivano durata, compenso e condizioni di allattamento. Alcune vivevano nella casa del bambino, altre lo allevavano nella propria dimora.
Il latte materno era ritenuto capace di influenzare il carattere del bambino, perciò si sceglievano balie di buona salute e reputazione. Diffusa era l’iconografia della “Madonna del Latte”: immagini sacre che raffiguravano Maria mentre allatta Gesù, simbolo di nutrimento sia fisico che spirituale.
Il corredo dei bambini: i neonati venivano avvolti in fasce e protetti con amuleti, mentre il loro corredo variava in base al ceto sociale. Il corredo di un neonato medievale prevedeva fasce di lino o lana, camicine di lino o altro materiale facilmente lavabile perché a contatto con la pelle, cuffiette, copertine, scarpette di stoffa.
Protezione dei bambini: uso del colore rosso e di amuleti e talismani. Ritenuto simbolo di protezione e vita, il rosso era spesso presente nelle fasce o negli amuleti. Coralli rossi, corni, medagliette sacre, sacchetti contenenti preghiere o erbe (“Devozioni”) erano usati contro il malocchio.
Ceste da viaggio per neonati: non mancavano contenitori di vimini o legno per trasportare i bambini in sicurezza.
Infanzia e maternità nell’arte medievale: molti sono gli esempi tratti da affreschi, dipinti e miniature che documentano il tema dell’infanzia e della maternità nel Medioevo. E’ il caso dell’Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, uno dei più antichi d’Europa, che accoglieva neonati abbandonati e madri bisognose, offrendo un’importante testimonianza artistica e storica. Vi si possono ammirare la “Ruota dei Trovatelli,” luogo in cui le madri lasciavano i neonati in anonimato, scene di cura e allattamento che mostrano infermiere e balie nell’atto di nutrire e accudire i bambini, rappresentazioni di madri che allattano nei contesti ospedalieri.
Conclusioni: madri, bambini e bambine nel Medioevo vivevano un’esistenza scandita da rigide strutture sociali, ma anche da cure affettuose e credenze protettive. L’arte, i documenti storici e le tracce materiali conservate nei musei e negli archivi ci permettono oggi di ricostruire e comprendere meglio questa dimensione della vita medievale.