"Il culto della Madonna a Gubbio"

Incontro con Don Francesco Menichetti

7 dicembre 2022

Mercoledì 7 Dicembre 2022 incontro sul tema “Il culto della Madonna a Gubbio” con Don Francesco Menichetti che, partendo dalla figura di Maria nelle Sacre Scritture, ha delineato lo sviluppo del culto mariano nella nostra città. 

La figura di Maria è tratteggiata nei Vangeli innanzi tutto come Teotokos, madre di Gesù, Colei che ha dato la vita al Salvatore del mondo. Non mancano tuttavia particolari connessi al suo tratto prettamente umano, come la genealogia fornita dall’evangelista Matteo e l’annunciazione in cui l’evangelista Luca evidenzia che “Nulla è impossibile a Dio.”

La Chiesa ha definito la figura di questa donna di fede, investita di una missione altissima, attraverso quattro dogmi :

Maria Madre di Dio (431,Concilio di Efeso); Verginità perpetua (553, Concilio di Costantinopoli); Immacolata Concezione (8 dicembre 1854, Papa Pio IX); Assunzione in cielo (1950, Papa Pio XII).

Museo di San Salvatore in Chora (Kariye Cami) ad Istanbul. Mosaico bizantino raffigurante la Madonna col bambino (Theotókos). 

Il culto mariano si diffuse dopo il Concilio di Efeso, nacquero così le prime basiliche dedicate alla Madonna, tra le quali è da ricordare Santa Maria Maggiore, la prima basilica a lei dedicata a Roma.

Anche a  Gubbio il culto era praticato a quel tempo, soprattutto nelle campagne, e  due sono le testimonianze che lo attestano: il sarcofago del VI-VII secolo conservato nel Museo Civico di Gubbio e la mensa di un altare nella cappella adiacente alla chiesa di  San Secondo.

Dopo l’anno Mille il Monachesimo, San Pier Damiani e San Romualdo portarono il culto della Madonna nelle chiese: tra il 900 e il 1200, secondo Cenci, sorsero fuori le mura ben 18 chiese dedicate a Maria, ad esempio a  Monteluiano, Caprignone, Castel d’ Alfiolo.

Dopo il 1200 Francescani e Domenicani diffusero il culto mariano, di cui è testimonianza il Rosario, preghiera della gente semplice.

Anche in città il culto era praticato, ne è esempio la chiesa di Santa Maria Nuova, dove si poteva acquistare l’indulgenza e dove il Nelli affrescò la Madonna del Belvedere. Altra testimonianza insigne è l’altare in ceramica del tardo Cinquecento di Mastro Giorgio Andreoli, ora al Museo di Francoforte.

Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, il mondo cattolico rispose con il Concilio di Trento alla dottrina luterana, esaltando il culto della Vergine. In questo contesto a Gubbio il vescovo Alessandro Sperelli promosse la costruzione della Chiesa della Madonna del Prato, la Cappella del S.S. Sacramento in Cattedrale, la prima e la seconda Cappelluccia sul Monte Ingino. 

Alla fine del Settecento, inizi Ottocento, in epoca napoleonica, si diffuse il fenomeno delle immagini in cui la Madonna muove gli occhi. Ne sono testimonianza il miracolo della Madonna di Santa Maria dei Bianchi del 1796 e quello della Madonna della Misericordia  nella chiesa di San Francesco del 1896.

Anche il culto della Madonna Nera o Lauretana è testimoniato in città con l’ affresco nella chiesa di San Francesco e nella Cappella del S.S. Sacramento in Cattedrale.

Gubbio ha infine come compatrona la Madonna Immacolata, Venerata nella Chiesa di San Francesco. 

Altare Madonna del Mantello, Mastro Giorgio Andreoli, 1511. Museo di Francoforte

La Cappella Santuario Madonna della Misericordia si trova al di sopra dell’altare dell’abside di sinistra nella chiesa di San Francesco di Gubbio.

La chiesa venne costruita nel “Campo Mercantili” subito fuori le mura della città, l’edificio risale al XIII secolo. In cappella si conserva un miracoloso quadro che non è altro che la copia della Madonna della Misericordia di Rimini che si trova nella chiesa di Santa Chiara.

Un frate minore  conventuale di Gubbio infatti si recò a Rimini per pregare davanti all’immagine allora famosa della Vergine che aveva miracolosamente mosso gli occhi in varie occasioni.

Al momento di rientrare fece commissionare da un’artista locale una copia di detta Vergine. Al suo rientro a Gubbio la copia venne benedetta dall’Eminentissimo Cardinale Giuseppe Pecci ed esposta nella cappella della chiesa di San Francesco.

Nel Giungo del 1896 l’immagine della Vergine fu vista muovere gli occhi. La chiesa risulta essere in stile romanico, venne terminata nel 1292. All’interno si presenta a forma basilicale con tre navate e con quattordici colonne in pietra calcarea.

NUOVA CORONA nuova corona in argento sul dipinto della Madonna della Misericordia 'opera di gioielleria realizzata da Matteo Alessandroni. (continua a leggere)

La Madonna Immacolata è venerata a Gubbio nella chiesa di San Francesco, una devozione, quella dell’8 dicembre, molto sentita già agli inizi del Cinquecento, quando era considerata festa di precetto, per voto stesso della città. 

Il legame si fece ancora più stretto nel dicembre del 1538 quando le autorità e il popolo di Gubbio, all’epoca nel Ducato d’Urbino, fecero un voto in suo onore per la salvezza della città, minacciata dall’avanzare delle truppe pontificie guidate da Pier Luigi Farnese. A difesa del territorio eugubino si erano schierate delle guarnigioni quando, nei primi di dicembre, sopraggiunse una inaspettata nevicata che costrinse le milizie nemiche a ritirarsi. Per questo l’Immacolata fu proclamata compatrona con Sant’Ubaldo e la solennità si celebra nella chiesa di San Francesco perché i francescani furono i più convinti sostenitori di quel voto.

Nella solenne concelebrazione dell’8 dicembre presieduta dal vescovo, tradizione vuole che ci sia la partecipazione delle autorità comunali con il gonfalone della città. Accanto al canto del “Tota pulchra”, si recita la preghiera all’Immacolata dove si fa riferimento al decreto del magistrato cittadino che «da oltre quattro secoli» la elesse «celeste patrona».