Giorgione: una storia da raccontare

Lezione della Prof.ssa Nadia Spogli 

30 marzo 2022

GIORGIONE: UNA STORIA DA RACCONTARE. Il mistero che rende la realtà simile ad una leggenda.

Questo il titolo della lezione che la Prof.ssa Nadia Spogli ha tenuto mercoledì 30 marzo 2022 per i Soci dell'Università della Terza Età Città di Gubbio. 

Con la consueta professionalità che la contraddistingue, la Prof.ssa Spogli ha illustrato la figura di questo artista considerato come uno dei più importanti del Rinascimento italiano, con il merito di aver indirizzato la pittura veneziana verso la modernità, rinnovandola soprattutto dal punto di vista del colore. 

Giorgione, insieme a Tiziano, suo quasi contemporaneo e in un'occasione assistente, portò notevoli innovazioni stilistiche e, anche se si dice che Tiziano lo superò come ritrattista, i suoi primi lavori sono a volte indistinguibili da quelli di Giorgione. (Continua a leggere la sintesi messa a disposizione dalla Prof. ssa Spogli)

Di lui niente è certo, appartiene e a quelle figure di artisti la cui vita è circondata da un alone di mistero tanto da renderlo vicino alla leggenda:

-          Incerta è la data di nascita: 1477/78

-          Incerto è il nome: Zorzi o Zorzo Barbarelli

-          Incerta è la sua provenienza: di famiglia Veneta (Castelfranco) o Lombarda (Bergamo)?

-          Incerte le sue opere: nessuna è firmata

-          Incerto il significato: opere enigmatiche e di difficile interpretazione

-          Incerta la morte: morì di peste infettato da una donna da lui ardentemente amata (Vasari), o morì per disperazione d’amore per essere stato abbandonato?

-          L’unica certezza è la data di morte: Venezia 1510

Tutto quello che sappiamo di lui è che era una creatura forte e grande, bello e sensibile ma allo stesso tempo grande d’animo e di dimensione morale, da qui l’accrescitivo di Giorgione. Il Vasari ci narra che crebbe in Venezia e “si dilettò in cose d’amore, suonando il liuto mirabilmente” e allo stesso tempo producendo tele magistrali, superando presto i Bellini (Jacopo, Gentile e Giovanni) ritenuti dai veneziani insuperabili.

Sono queste le premesse per creare un mito, se pensiamo che le opere certe attribuite a Giorgione sono soltanto tre: La Pala di Castelfranco, I tre Filosofi, La Tempesta, nessuna che rechi una firma per qualificarle l’autografe. Le opere incerte una trentina. Secondo il Vasari cresce a Venezia nella bottega di Giovanni Bellini, ma non fu la sola fonte di formazione che probabilmente compì secondo il consueto tirocinio artigianale. Della sua produzione un quarto tratta soggetti sacri, tre quarti soggetti definiti laici, lontani dalla narrazione religiosa. Proprio la sua laicità ha favorito la dispersione delle opere provenienti da una ristretta cerchia di committenti privati: nobili, intellettuali, collezionisti come i Vendramin, Girolamo Marcello, Tuzio Costanzo, i Grimani che appartengono ad una elitè umanistica in contatto con i circoli neoplatonici veneziani frequentati da Pietro Bembo e Caterina Coraro, ex regina di Cipro.

Giorgione ha il merito di avere sciolto gradualmente gli schemi intellettuali della pittura del Quattrocento, sino a creare un’atmosfera naturale dove oggetti e personaggi sono immersi in un bagno di luce ed ombra sulla scia della presenza di Leonardo a Venezia nel 1500. Benché la sua fama sia legata ai grandi affreschi del Fondaco dei Tedeschi, oggi perduti, ai ritratti magistrali, ai temi mitologici, laici e al paesaggio, la novità assoluta dell’artista è la pittura tonale ottenuta modulando il colore nei suoi diversi valori di luminosità. I colori non sono più accostati tra loro ma fusi insieme e armonizzati in modo che un tono prevalga sugli altri, riuscendo così a fondere insieme la carne e lo spirito, l’uomo e la natura, i sentimenti come la malinconia e dolcezza. Morì sicuramente prima del 25 Ottobre 1510 si peste, come emerge dalla corrispondenza tra Isabella D’Este e Taddeo Albano. 

Pala di Castelfranco 1503/1504

Di chiaro significato è la Pala di Castelfranco che raffigura su un alto trono la Madonna con il bambino ai piedi di San Liberale e San Francesco. Commissionata da Tuzio Costanzo presenta diverse novità come la nicchia absidale che scompare, il fondo con un vasto paesaggio, i Santi soltanto due. Molti dubbi sulla identità di San Liberale, forse S. Nicosio protettore dei cavalieri di Malta? 

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I tre Filosofi 1502/1504

La tela ha diverse interpretazioni: come identificare il giovane seduto al suolo intento a calcolare qualcosa, l’adulto isolato nei suoi pensieri e il vecchio solenne che regge un cartiglio, tutti e tre isolati tra loro e dal paesaggio? Tre “Magi” o tre maghi? Incarnazione delle diverse età dell’uomo? Tre scuole di pensiero? Tre epoche storiche?

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La tempesta 1503/1504

Chi è quella donna così bella e nuda, seduta sull’erba che allatta un bambino? Chi è il giovane? Un soldato o un pastore, troppo distante da lei in atteggiamento di riposo? La scena è inserita in un paesaggio urbano silvestre, improvvisamente percorso da una folgore gialla che illumina le nuvole plumbee in cielo. E’ il lampo che precede la tempesta.

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Laura  1506

Che dire di Laura, 1500, che rappresenta una certezza cronologica nella carriera di Giorgione. Nel retro dell’opera si può leggere l’anno di esecuzione (1506), il nome dell’artista “Zorzi di Castelfranco” e forse il committente. Ma chi è questa donna? Laura per l’attributo iconografico della pianta di alloro dietro le sue spalle? C’è chi ritiene che l’opera rappresenti un’allegoria matrimoniale, un dono d’amore, ma c’è chi sottolinea la casualità dell’abito foderato di pelliccia tipico mantello delle cortigiane veneziane. Il punto più avanzato della sua personale ricerca si realizza con effetti di luce sulla epidermide della donna che la rendono vibrante e viva per sempre.

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Sacra Famiglia Benson 1500

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Le tre età dell' uomo 1501

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Doppio ritratto 1502

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Ragazzo con la freccia 1505

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Venere dormiente 1510

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Vecchia

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