Cavalleria Rusticana

Ascolto guidato dal  Professore Lucio Vinciotti

17 ottobre 2021

Mercoledì 17 novembre 2021, nella sala ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana, i Soci dell’Università della Terza Età di Gubbio hanno assistito alla visione e all’ascolto dell’opera “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni ((Livorno, 7 dicembre 1863 – Roma, 2 agosto 1945),  guidati dal Prof. Ing. Lucio Vinciotti.

Il melodramma in atto unico, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga, debuttò al Teatro Costanzi di Roma il 17 maggio 1890, su libretto di Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menasci.

 

Il Professore Vinciotti ha proposto la trasposizione filmica del 1982, fatta dal regista Franco Zeffirelli, che si svolge nei luoghi siciliani originari del racconto, con attori del posto.

 

Coro e Orchestra  del Teatro alla Scala di Milano e Direttore   d’  Orchestra  Georges Prétre.

Interprete d’eccezione Placido Domingo (tenore) nel ruolo di Turiddu, accompagnato da Elena Obraztsova (Santuzza, soprano), Renato Bruson ( Alfio, baritono), Axelle Galll (Lola, mezzosoprano) e Fedora Barbieri (Lucia, contralto).  leggi di più



 Con la sua consueta capacità di coinvolgimento, la sua passione e la sua indiscussa preparazione, il Professore Vinciotti  ha saputo far apprezzare in tutta la sua drammaticità l’opera. Ha saputo sottolineare tutte le sfumature di uno  spettacolo unico nel suo sviluppo attraverso la narrazione, il canto e la recitazione, che si alternano e si incastrano, creando curiose sinergie tra la dimensione musicale e quella drammaturgica.

 

La storia è breve ma intensa, è la storia del tradimento di Lola, rivelato dalla gelosa Santuzza.  Si dipana fra le scenografie della Scala e le stradine lastricate di pietra di Vizzini che portano alla scalinata davanti alla chiesa e alla piazza dove la festa si scioglie in tragedia. Il grido: “Hanno ammazzato Compare Turiddu!” risuona tra la gente attonita e colpisce il cuore di Santa, in quel mondo non ancora contaminato dalla modernità ed ancora legato alle sue antiche leggi, alla sua antica “cavalleria.”

 

C’è tutta la Sicilia del Verga con le casette ammucchiate una sull' altra, i vecchi con la coppola, le lavandaie al torrente, la devozione muta della processione, i tradizionali costumi colorati. Ma soprattutto c’è la musica di Mascagni che sa scatenare emozioni struggenti.

 

Le arie celebri: “O Lola ch’hai di latti la cammisa”, “Gli aranci olezzano sui verdi margini”,  “Beato voi, compar Alfio”, “Perché m’hai fatto segno di tacere? Voi lo sapete o mamma”, “Tu qui, Santuzza”,  “No, no, Turiddu”, “Viva il vino spumeggiante”,  “A voi tutti salute”, “Mamma, quel vino è generoso”.

 

Il preludio e il celebre, splendido intermezzo musicale. Una forte carica emotiva, sulle ali degli archi.

 

Il filone musicale a cui appartiene l’opera  è quello verista, con  impostazione teatrale e sviluppo musicale strettamente legati all’incalzare della vicenda drammatica.

 

Di scena i  temi della violenza, della gelosia e del tradimento e con essi una musica che spesso affida la sua suggestione a facili effetti, con uno stile vocale incisivo e talvolta perfino brutale, tipico dell’opera italiana di fine Ottocento.

 

Mascagni acquisì una grande fama per questo impareggiabile lavoro, fama del tutto meritata, a cui si aggiunse  quella di direttore d’orchestra e  quella di  ‘uomo di mondo’, molto attivo nei salotti alla moda soprattutto nei primi anni del Novecento.

Interessante il suo legame con i pittori Giovanni Fattori, Gaetano Previati e Plinio Nomellini, così come quello con lo scrittore Gabriele D’Annunzio, che prima lo criticò definendolo ‘capobanda’ e poi divenne uno dei suoi più cari amici. 

 

Particolarmente apprezzato dai presenti, quello odierno è il primo di altri incontri musicali che si preannunciano di grande coinvolgimento, sempre con la lodevole guida del Professore Lucio Vinciotti.