Fagotto di Carnevale 2024 

Fagotto di Carnevale 2024

E' tornato  mercoledì 7 Febbraio 2024 il tradizionale "Fagotto di Carnevale" per i Soci dell'Università Terza Età Città di Gubbio che da vari anni proseguono questa tradizione con l’intento di condividere le proprie specialità o semplicemente di arricchire la tavola con cibi e bevande che portano a loro gradimento.


La tradizione di incontri conviviali dove ogni ospite porta qualcosa da mangiare  e da bere affonda le radici in tempi lontani, quando il desiderio di stare insieme e di far festa era unito a quello di sollevare il padrone di casa dall’incombenza di preparare il cibo per un considerevole numero di persone.

La società di un tempo privilegiava la convivialità e la collaborazione in cui qualcuno aveva il  compito di mettere a disposizione la propria casa adattando gli spazi al numero di commensali e apparecchiando la tavola.  Agli ospiti si richiedeva di accordarsi con lui preventivamente sul tipo di portata che intendevano portare, senza rivelare nel dettaglio la pietanza, che doveva rimanere una sorpresa.

Omaggio

Su iniziativa della responsabile degli eventi conviviali Sig.ra Paola Pelicci, coadiuvata dalla Sig.ra Giovanna Lidia Ghigi, è stato distribuito ai Soci un gradito omaggio consistente in un testo in cui si delinea sinteticamente la storia e il significato dell'usanza del "Fagotto." Ecco di seguito il testo:

 

Il “Fagotto di Carnevale” per i Soci della nostra Università costituisce un momento conviviale di aggregazione e di allegria che permette di riscoprire un’antica usanza delle nostre zone. Anche se il Covid ha limitato la possibilità di preparare in casa i cibi della tradizione, non per questo l’evento ricreativo del “fagotto” è andato perduto.

Di etimologia incerta, sembra che il nome fagotto derivi dal francese “fagot”, cioè “involto”, termine che richiama il greco, φάκελος (pron. fàchelos) “fastello, fascio, ma anche pacco, involucro”.

- Nelle nostre zone portare il fagotto, un fazzolettone di grosso cotone a quadri blu e bianchi contenente pane, formaggio, un “fiaschetto” di vino …. era una consuetudine dei contadini. Veniva preparato in casa per portare con sé qualcosa da mangiare a metà giornata lavorativa.

- Troviamo questa usanza anche nelle campagne piemontesi: qui il fagotto era la merenda cena (sinoira) avvolta in un tovagliolo e costituiva la pausa pomeridiana del contadino. Con il tempo la merenda sinoira si è trasformata in una vera e propria cena. Anticipazione dell’apericena di oggi?

- Anche a Roma le persone che andavano alle “fraschette” con l’intenzione di mangiare, dovevano portarsi da casa il cibo, che di solito veniva avvolto all’interno di un fagotto di stoffa, per questo erano chiamate i “fagottari”… Preparare il fagotto e andare a mangiare all’aperto costituisce ancora oggi la tradizionale “gita fuori porta”.

Nel tempo il fagotto ha acquisito una nuova versione rural-glamour: si può consumare all’aperto, ma anche in altre situazioni conviviali come pranzi, cene, feste da ballo chiamate dalle nostre parti “veje”, o ancora, in momenti ricreativi come il nostro!