Cineforum Woody Allen  -  a.a.2023/2024

CINEFORUM a.a. 2023/2024

I film scelti per l'anno accademico 2023/2024 dal curatore Ing. Cesare Quondam Marco riguardano Woody Allen, eclettico protagonista del nostro tempo: comicità colta ed intellettuale, amore per New York, omaggi al cinema europeo (Bergman e Fellini), passione per la musica (jazz e classica), letteratura, psicanalisi, magia, illusione, senso di colpa, riflessioni esistenziali e problematiche religiose.

BIOGRAFIA DI WOODY ALLEN

Woody Allen, pseudonimo di Heywood Allen (nato Allan Stewart Königsberg; New York, 30 novembre 1935), è un regista, attore, sceneggiatore, comico, scrittore e commediografo statunitense, tra i principali e più celebri umoristi dell'epoca contemporanea. Grazie all'intensa produzione cinematografica (con una media di quasi un film all'anno), ai testi comici e alle gag che ha iniziato a comporre già in età adolescenziale, è uno dei comici più apprezzati a livello internazionale. Lo stile raffinato e spesso cerebrale l'ha reso uno degli autori più rispettati, punto di riferimento della commedia statunitense moderna: è considerato «il più europeo» tra i registi statunitensi, sia per le tematiche affrontate sia per il successo dei suoi film, da sempre maggiore nel vecchio continente che in patria.

I temi affrontati da Allen, che spaziano dalla crisi esistenziale degli ambienti intellettuali alla rappresentazione spesso autoironica della comunità ebraica newyorkese, dalla critica alla borghesia fino alla critica del capitalismo, rispecchiano la sua passione per la letteratura, la filosofia, la psicoanalisi, la musica jazz, il cinema europeo e soprattutto per la sua città natale, New York, dove vive e dalla quale trae continua ispirazione. Vincitore di quattro premi Oscar, miglior regista 1978, migliore sceneggiatura originale 1978, 1987, 2012 - nel 1995 ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. (Clicca e continua a leggere)


Indice

Biografia

1.1 Le origini

1.2 Gli inizi in televisione e il primo matrimonio

1.3 Il cabaret, il teatro e il secondo matrimonio

1.4 L'approdo al cinema

1.5 L'incontro con Diane Keaton

1.6 I primi film

1.7 Il grande successo

1.8 La relazione con Mia Farrow e lo scandalo Soon Yi Previn - Dylan Farrow

1.9 Il terzo matrimonio

1.10  Gli altri successi

1.11  Il ritorno al cinema

1.12  I flop e la crisi

1.13  Il ritorno al successo: la trilogia londinese e il film "spagnolo"

1.14  Il ritorno a New York

1.15  Anni successivi: commedie e nuovi film in Europa

Idee politiche

2.1 La questione israeliana

Estetica e stile

3.1 I primi film slapstick

3.2 Le commedie sofisticate

3.3 Il ritorno ai toni leggeri

3.4 Il dramma e la commedia

3.5 Interessi e tematiche

3.5.1 La psicoanalisi

3.5.2 Il jazz e il clarinetto

3.5.3 New York, Parigi, Venezia

3.6 Estetica, realtà e insensatezza dell'esistenza

Impatto culturale

Filmografia

Opere teatrali

Libri

Riconoscimenti

10 Doppiatori italiani

11 Onorificenze

Biografia

Le origini . Woody Allen nasce col nome di Allan Stewart Königsberg il 30 novembre 1935, anche se la nascita fu registrata solo il giorno dopo, nel quartiere del Bronx (New York) da una famiglia ebrea di origine russo-austriaco-tedesca e di modesta condizione sociale. I nonni paterni, immigrati dalla Germania alla fine del XIX secolo, erano ebrei orientali aschenaziti di lingua tedesca, ebraica e yiddish. Secondo alcuni la famiglia è originaria dell'Ungheria, anche se il cognome è un toponimo germanico derivato da un nome di città, come molti cognomi ebraici, e sembra riferirsi a Königsberg, nella Prussia Orientale, oggi denominata Kaliningrad e situata nell'exclave russa, città nota tra le altre cose per essere stata il luogo in cui visse il filosofo Immanuel Kant. Il padre, Martin Königsberg (1900-2001), lavora prima come incisore di gioielli presso un orafo,poi come cameriere a Manhattan e infine come tassista; la madre, Nettea Cherry (1906-2002), detta Netty, è impiegata come contabile presso un fioraio ed entrambi provengono da famiglie ebraiche recentemente emigrate dall'Europa. Nel 1943 nasce sua sorella, Letty, con la quale da sempre ha uno stretto rapporto anche di tipo professionale (è produttrice dei suoi film). All'età di tre anni la madre lo porta al cinema a vedere Biancaneve e i sette nani (1937), film che affascina e segna indelebilmente il piccolo Woody;da allora, come ha raccontato successivamente in diverse interviste, la sala cinematografica diventa la sua seconda casa. Da ragazzo il suo film preferito era La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder.

Nel primo anno di scuola viene inserito in una classe avanzata, grazie al suo elevato quoziente d'intelligenza, ma sviluppa subito un odio per l'ambiente scolastico, diventando un ribelle, non svolgendo i compiti a casa, rispondendo male agli insegnanti e disturbando continuamente in classe. Sorprendentemente si dimostra molto abile negli sport e pratica pallacanestro, football americano, baseball, stickball, sia a scuola che nel quartiere; uno dei suoi favoriti è il pugilato, ma dopo diversi mesi di allenamento i suoi genitori gli chiedono di smettere. Soprannominato dai compagni Red, "rosso", per il colore della sua capigliatura, si distingue tra gli studenti per il suo straordinario talento nei giochi di carte e nei trucchi di magia, passione che ricorrerà spesso nelle sue opere. All'età di 15 anni partecipa due volte ad un'audizione per il programma televisivo The Magic Clown, per il quale esegue un trucco chiamato Passe-Passe Bottles, che tuttavia non viene messo in onda poiché il programma era destinato ai bambini e venivano utilizzate bottiglie di alcolici. Nel frattempo inizia anche a suonare il clarinetto. Dopo aver frequentato la scuola ebraica per otto anni e quella pubblica, la Public School 99 (poi rinominata Isaac Asimov School) Allen viene iscritto alla Midwood High School di Brooklyn, dove conosce Mickey Rose, futuro coautore di alcune delle sue prime sceneggiature, con il quale condivide gli interessi per il basket, il baseball, il cinema e la musica jazz. Durante quegli anni vive sulla Avenue K, tra la 14ª e la 15ª Est. Frequenta anche la sinagoga e gli ambienti religiosi ebraici, ma per poco tempo: si allontana quindi dalla religione divenendo ateo, una caratteristica che ricorre in moltissime sue battute. Continua a dimostrare poco interesse per lo studio e la lettura, preferendo di gran lunga la scrittura di gag e barzellette, che spedisce ai giornalisti umoristici Walter Winchell e Earl Wilson, i quali, entusiasti del materiale ricevuto, decidono di contattare l'autore e di trovargli un agente.

Gli inizi in televisione e il primo matrimonio - «Gli americani non gettano mai via i loro rifiuti. Li trasformano in show televisivi.» Nel 1952, all'età di diciassette anni, assume lo pseudonimo di Woody Allen, in onore del celebre clarinettista jazz Woody Herman. Il collegamento fra il suo nome d’arte e il clarinettista viene smentito dallo stesso Allen nella sua autobiografia “A proposito di niente”. Cambia quindi il suo nome legale da "Allan Stewart Königsberg" a Heywood Allen, nome che userà qualche volta a teatro, anche se mai in maniera ufficiale, e scrive battute per colossi dello spettacolo come Ed Sullivan e Sid Caesar. Due anni dopo, nel 1954, viene assunto dalla rete televisiva nazionale ABC, della quale diventa l'autore di punta, scrivendo per celebri programmi come il The Ed Sullivan Show e The Tonight Show.

Nel 1955 inizia la sua prima relazione sentimentale stabile con Harlene Susan Rosen, studentessa di filosofia; i due si incontrano casualmente per formare un trio jazz insieme all'amico di Allen Elliot Mills; nel gruppo, che suona insieme in un'unica occasione, Allen suona il sassofono soprano, la Rosen il pianoforte e Mills le percussioni. Nel 1955 passa alla rete televisiva NBC e si trasferisce ad Hollywood, senza Harlene, per unirsi ad un gruppo di scrittori per il programma The Colgate Comedy Hour. L'autore principale dello show è Danny Simon, fratello maggiore dell'autore teatrale Neil Simon, al quale Allen in seguito sarà sempre riconoscente per l'aiuto ricevuto nello sviluppo del suo classico stile di scrittura.Il 15 marzo 1956, all'età di vent'anni, Woody sposa Harlene, allora diciassettenne a Hollywood, e insieme tornano a New York per andare a vivere a Manhattan. I due divorziano bellicosamente dopo sei anni nel 1962. Harlene Rosen, alla quale Allen si riferiva spesso nei suoi spettacoli di cabaret definendola "la terribile signora Allen" ("the dread Mrs. Allen"), successivamente querelò l'ex-marito e la NBC stessa per diffamazione, chiedendo un milione di dollari. Allen nel suo album Standup Comic, che raccoglie i suoi migliori pezzi comici degli anni sessanta, dichiara che l'atto precedente la denuncia fu una battuta che questi aveva detto durante un'intervista. In un'intervista successiva al The Dick Cavett Show, Allen riaccese la polemica ripetendo i propri commenti, pur riferendosi alla Rosen come alla sua "seconda moglie", e riferendo che l'ammontare della somma richiesta per la causa era di 1 milione di dollari. I genitori lo spingono a studiare all'università, e Allen frequenta la New York University, dove studia comunicazione e cinema. Dopo un solo semestre, peraltro senza grandi risultati, viene espulso dalla stessa; frequenta quindi brevemente il City College of New York, ma i risultati sono gli stessi dell'esperienza precedente, mentre la sua carriera, invece, non conosce sosta. Come autore scrive i pezzi per numerosi comici al prezzo di 100$ al minuto, e tra il 1956 e il 1958 lavora al teatro Tamiment, dove fa grande esperienza come autore e regista; il teatro, infatti, produceva settimanalmente nuovi musical e sketches comici, che Woody scrive e dirige. Di nessuno di questi spettacoli esiste più il copione, fatta eccezione per lo spettacolo della serata d'apertura del 1956, la cui sceneggiatura venne poi ritrovata negli archivi del teatro. Nel novembre 1958 inizia a lavorare come coautore con Larry Gelbart per il The Chevy Show della NBC. Il programma, presentato dalla celebre stella televisiva Sid Caesar, dura per oltre 10 anni, per cui oltre a vincere un Sylvania Award verrà anche candidato per l'Emmy.

Il cabaret, il teatro e il secondo matrimonio – In questi anni Allen si accontenta del suo lavoro per la TV, che gli frutta più di 1.700 dollari a settimana. Tuttavia, dopo aver assistito a uno spettacolo di Mort Sahl e avendo perduto interesse per il lavoro di autore televisivo, prende la decisione di iniziare una propria carriera come cabarettista. Nel 1958 cambia agenti, passando nelle mani di Jack Rollins e Charles H. Joffe, che saranno poi i produttori di tutti i suoi film, anche se con i due curiosamente Allen non ha mai siglato un contratto ufficiale, ma solo una "stretta di mano", nonostante i suoi manager abbiano nel tempo negoziato per lui contratti da milioni di dollari, senza che ci sia mai stata la minima controversia. I due manager lo spronano a portare sul palco il suo stesso materiale. Debuttò al Blue Angel nel 1959 e nel 1960 riscosse un grande successo di pubblico. Nel 1959 iniziando a sentirsi malinconico senza capirne il motivo, per la prima volta decide di consultare uno psicoanalista. Da allora, e per più di trent'anni, la terapia diventa un appuntamento fisso alla media di una seduta a settimana, con brevi periodi di pausa e con periodi più intensi con anche 3 appuntamenti a settimana. La psicoanalisi sarà un elemento portante dei suoi film e del suo personaggio. Nel 1960 iniziò ufficialmente la sua carriera di stand-up comedian, con esibizioni di grande successo in numerosi night club newyorchesi. Nel frattempo continua a scrivere per la televisione, in particolare per il popolare programma Candid Camera, nel quale appare persino in alcuni episodi. Conosce, nel frattempo, Marshall Brickman, con il quale collabora come autore TV e con il quale in futuro scriverà alcune delle sue migliori sceneggiature. Insieme ai suoi manager riesce a trasformare le sue debolezze nel suo punto di forza, sviluppando la sua classica immagine nevrotica, cerebrale e timida che diventerà una costante delle sue pellicole. Divenne in breve molto popolare come comico, e i suoi spettacoli diventarono sempre più richiesti e frequenti. Inizia a scrivere storie brevi per alcune riviste (la maggior parte delle quali per il prestigioso The New Yorker) ed opere teatrali; il primo successo arriva con Don't Drink the Water (1966), la sua prima opera teatrale che viene rappresentata al Morosco Theatre, (New York); che andrà in scena per 598 repliche.

Il 2 febbraio 1966 si risposò, questa volta con l'attrice e comica Louise Lasser. Sceglie la moglie come una delle voci per il doppiaggio del suo primo film da regista, Che fai, rubi? (1966), e le assegna un ruolo minore nel suo secondo film, Prendi i soldi e scappa (1969). La Lasser sarà da quel momento co-protagonista di altre due delle prime pellicole di Allen, Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) (1972), oltre che del cortometraggio Men of Crisis: The Harvey Wallinger Story (1971), prima della fine della loro relazione, inaugurando quello che poi per Allen diventerà una sorta di abitudine. La coppia divorziò nel 1969; Allen non si risposerà fino al 1997.  

Allen continua la sua carriera di comico fino al 1968, diventando sempre più popolare ogni anno; agli inizi nel 1960 guadagnava solamente 75 dollari la settimana, ma già nel 1964 era un comico affermato e richiesto in tutto il paese, e i suoi guadagni settimanali arrivavano ad oltre 5.000 dollari. Nel suo periodo come showman pubblica tre album con i suoi sketch, Woody Allen, Woody Allen Volume 2 e The Third Woody Allen Album. L'unica registrazione reperibile è il CD del 1978 Woody Allen: Standup Comic, una raccolta dei migliori pezzi. Tra questi il più celebre è il famoso monologo I shot a Moose Once ("una volta ho sparato ad un alce"): «Questa è assolutamente da non credere. Abbattei un alce, un giorno. Andavo a caccia, su, verso il confine col Canada, e abbattei un alce. Lo lego al parafango, e via. Me ne torno a New York, sull'autostrada. Però non mi ero accorto che l'avevo colpito di striscio: l'alce era solo tramortito. Alle porte di New York comincia a riprendere conoscenza. Eccomi dunque a viaggiare con un alce vivo sul parafango, laddove c'è una legge nello Stato di New York che lo vieta espressamente – di viaggiare con un alce vivo sul parafango – il martedì, il giovedì e il sabato. Vengo preso dal panico. Allora mi sovviene che un mio amico dà una festa in costume, quella sera. Prendo una decisione: vado e ci porto l'alce. L'imbuco e me ne lavo le mani. Detto e fatto. Arrivo e busso alla porta con l'alce appresso. Il padrone di casa ci accoglie sulla soglia. "Ciao", gli faccio, "conosci i Solomon?". Entriamo. L'alce socializza subito. Non se la cava mica male. Tanto più che un tale cerca, con una certa insistenza, di vendergli una polizza d'assicurazione. A mezzanotte c'è la premiazione per i costumi più belli. Vincono il primo premio i coniugi Berkowitz, travestiti da alce. L'alce arriva secondo. Come monta su tutte le furie! Lui e i coniugi Berkowitz si prendono a cornate, lì, in salotto. Si tramortiscono a vicenda. Ecco, dico fra me, il momento opportuno. Acchiappo l'alce, lo lego al parafango e via – torno nei boschi. Sennonché ho agguantato i coniugi Berkowitz. Ed eccomi a viaggiare con due ebrei sul parafango. Laddove vige una legge nello Stato di New York, per cui ciò è severamente vietato il martedì, il giovedì e soprattutto il sabato... La mattina seguente, i coniugi Berkowitz si risvegliano nel bosco in costume da alce. Di lì a poco il consorte viene abbattuto, imbalsamato ed esposto, come trofeo di caccia, al Circolo Atletico di New York. È da ridere, veramente, perché a quel club non sono ammessi gli ebrei.» (da Woody Allen: Standup Comic del 1978.)

L'approdo al cinema - «È assolutamente evidente che l'arte del cinema si ispira alla vita, mentre la vita si ispira alla TV.» Nel 1965 firma la sua prima sceneggiatura cinematografica: Ciao Pussycat, diretto da Clive Donner, nel quale appare in un ruolo minore accanto a Peter Sellers, Peter O'Toole, Romy Schneider, Capucine ed Ursula Andress. Nel 1966 realizza il suo primo lungometraggio, Che fai, rubi?, per il quale firma la sceneggiatura e la regia, e nel quale appare in veste di attore. Il film utilizza diverse clip del film giapponese Kokusai himitsu keisatsu: Kagi no kagi (1965, noto anche con il titolo inglese internazionale di International Secret Police: Key of Keys) di Senkichi Taniguchi, una sorta di parodia di una pellicola di James Bond, i cui dialoghi vengono doppiati in inglese completamente reinventati in chiave comica e surreale da Allen: la storia del film di Taniguchi si trasforma in una lotta per il possesso di una ricetta di un'insalata di uova. Del 1967 è la sua partecipazione al film collettivo James Bond 007 - Casino Royale, una parodia "non ufficiale" della saga dedicata a James Bond.

L'incontro con Diane Keaton -  Dopo aver divorziato da Louise Lasser, nel 1969, durante i provini per la messa in scena a partire dal 13 febbraio dello stesso anno a Broadway della sua celebre e fortunata opera teatrale Provaci ancora, Sam, che diventerà un film diretto da Herbert Ross nel 1972 con lo stesso Allen protagonista, incontra Diane Keaton. Lo spettacolo ottiene anch'esso un grande successo e viene messo in scena per 453 repliche. Durante la loro collaborazione, i due danno inizio a una relazione duratura che darà vita anche ad un proficuo sodalizio artistico; Allen, infatti, sceglierà sempre la compagna come protagonista di tutte le sue pellicole, tra le quali Io e Annie (1977), che frutta ad Allen due premi agli Oscar 1978 per la "miglior regia" e la "miglior sceneggiatura originale", e alla Keaton quello per la "miglior attrice protagonista". Il film è interamente dedicato alla Keaton: il personaggio di Annie Hall, la protagonista, ha il vero cognome di Diane Keaton, che la interpreta, il cui vero nome è proprio Diane Hall. Annie è inoltre il soprannome con cui Woody Allen chiamava la sua compagna. La coppia non si è mai sposata, ma ha solo convissuto per un certo periodo. Allen, anche dopo il suo matrimonio con Soon-Yi Previn, ha sempre definito Diane Keaton come il grande amore della sua vita. I due hanno collaborato spesso, anche dopo la separazione, ed insieme hanno girato 8 film: Provaci ancora, Sam (1972), Il dormiglione (1973), Amore e guerra (1975), Io e Annie (1977), Interiors (1978), Manhattan (1979), Radio Days (1987) e Misterioso omicidio a Manhattan (1993).

I primi film - «Il mio primo film era così brutto che in sette stati americani aveva sostituito la pena di morte.» Nel 1969 è il suo primo film "convenzionale" come regista, il finto documentario Prendi i soldi e scappa, sceneggiato in collaborazione con l'amico Mickey Rose. Due anni dopo, nel 1971, Allen realizza uno dei suoi primi film con un tema politico in evidenza, Il dittatore dello stato libero di Bananas, nel quale recita a fianco della ex-moglie Louise Lasser, e Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) (in quest'ultimo è presente un episodio ambientato in Italia, omaggio a Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, recitato in italiano nella versione originale). Nel 1972 partecipa alla versione cinematografica della sua commedia Provaci ancora, Sam, diretto da Herbert Ross. Pur non abbandonando del tutto l'attività teatrale, Allen si dedica soprattutto al cinema, e la sua carriera, segnata dal legame sentimentale e professionale con Diane Keaton, è inarrestabile; in pochi anni gira Il dormiglione (1973) e Amore e guerra (1975), e riceve un Orso d'Argento al Festival di Berlino in riconoscimento dell'attività svolta come cineasta per soli quattro film. Tutti i primi film di Allen sono commedie pure che puntano molto su una comicità fisica slapstick, protagonista di tutte queste sue prime pellicole è lo stesso Allen, che punta molto sulla sua figura perfetta per il suo stile di comicità.

Il grande successo - «Ogni volta, quando un mio film ha successo, mi chiedo: come ho fatto a fregarli ancora?» Nel 1976 recita in Il prestanome di Martin Ritt, una pungente satira sulle "liste nere" della Hollywood maccartista degli anni cinquanta. I maggiori successi di Allen, critici e commerciali, arrivano nel decennio che inizia nel 1977 con l'uscita nelle sale di Io e Annie, che vince quattro premi agli Oscar 1978 ("miglior film", "miglior regia", "miglior sceneggiatura originale" e "miglior attrice protagonista" alla Keaton) e un Golden Globe ("miglior attrice protagonista musical/commedia", sempre alla Keaton). Il film influenzò la moda del tempo con il particolare stile degli abiti scelti dalla Keaton per il suo personaggio; il film è di per sé un omaggio alla sua compagna. Anche dopo la fine della relazione, Allen e la Keaton rimasero amici. Alla pellicola seguono in breve tempo altri due successi, il sofisticato Interiors (1978), suo primo film drammatico e prima pellicola nella quale non appare in veste di attore, ispirato ad uno degli idoli di Allen, Ingmar Bergman, e Manhattan (1979), con le musiche di George Gershwin. Negli anni ottanta Allen comincia ad inserire nei suoi film diversi riferimenti filosofici. Al Festival di New York del 1980 presenta Stardust Memories, dalla forte componente autobiografica, ispirato al cinema europeo ed in particolare a Federico Fellini ed Ingmar Bergman, accolto freddamente dai critici. L'anno successivo scrive e dirige Zelig, tragicomica parodia idiosincratica di un documentario degli anni venti e trenta, da molti considerato uno dei suoi capolavori.

La relazione con Mia Farrow e lo scandalo Soon Yi Previn - Dylan Farrow - Verso il 1980, Allen iniziò una lunga relazione, durata oltre dodici anni, con l'attrice Mia Farrow, la quale, come Louise Lasser prima e Diane Keaton poi, avrà da quel momento i ruoli da protagonista in diversi suoi film, come ad esempio in Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982). La Farrow ed Allen non si sposarono né convissero mai per lunghi periodi. La Farrow adottò  due bambini, Dylan Farrow (nel 1985) e Moses Amadeus Farrow (nel 1980, nato in Corea del Sud nel 1978); Allen li adottò come propri figli nel 1991. Ebbero un figlio biologico nel 1987, Satchel Ronan O'Sullivan Farrow Allen (noto poi come Ronan Farrow). Secondo dichiarazioni della Farrow, in realtà Ronan potrebbe non essere figlio naturale di Allen (come lei aveva precedentemente dichiarato sotto giuramento nella causa di separazione), ma dell'ex marito dell'attrice, Frank Sinatra, con cui non ha mai smesso di frequentarsi nei successivi vent'anni dopo il divorzio. Allen e la Farrow si separano nel 1992, dopo che l'attrice scoprì alcune fotografie pornografiche di Soon-Yi Farrow Previn - orfana coreana all'epoca dei fatti di 21 anni forse affetta da un disordine di apprendimento, adottata dalla Farrow e dall'ex-marito André Previn - scattate da Allen nel mese di gennaio. Dopo la scoperta da parte di Mia Farrow, Allen, secondo la stessa, dichiarò di amare Soon-Yi e di volerla sposare, poi cambiò idea e supplicò la Farrow di sposarlo, definendo la relazione con Soon-Yi "una tiepida relazione di poco conto", ma al rifiuto della Farrow se ne andò di casa con Soon-Yi. In seguito alla separazione Allen citò in giudizio la Farrow, chiedendo la custodia dei figli adottivi Dylan e Moses e del figlio biologico Satchel, dando inizio a una lunga e pubblica battaglia legale. Prima dell'inizio del procedimento, però, il pediatra della figlia adottiva Dylan Farrow, di 7 anni, in seguito a una visita, aveva contattato le autorità accusando Allen di abuso sessuale nei confronti della bambina, portando una registrazione delle dichiarazioni di quest'ultima fornita da Mia Farrow e come conseguenza il pubblico ministero Frank Maco chiese a un team di specialisti del Yale-New Haven Hospital di esaminare il caso. Nel frattempo Allen disse che i legali della Farrow gli chiesero sette milioni di dollari per lasciare cadere le accuse, ma lui rifiutò. Il team, dopo sei mesi, presentò una relazione in cui affermava di non ritenere che vi fosse stata una violenza sessuale, ammettendo però – da parte del regista – "un problema di confini nei suoi rapporti con la figlia Dylan" e la tendenza "ad avere con lei un comportamento con marcate implicazioni sessuali. Nella mente della bimba, l'amore ragazzo-ragazza equivale a baciarsi e abbracciarsi. Il padre, con lei, ha fatto esattamente questo, a volte con grande intensità, ed è pure diventato l'amante di sua sorella Soon-Yi", definendo infine entrambi i genitori "profondamente instabili" e incapaci di un rapporto equilibrato coi figli. Invece la polizia del Connecticut, che aveva ricevuto la denuncia e indagato tramite un'unità investigativa speciale, rilasciò la seguente dichiarazione: «È nostra opinione che Dylan non sia stata abusata sessualmente da Mr. Allen. Inoltre crediamo che le dichiarazioni videoregistrate di Dylan e quelle fatte da lei direttamente a noi per le nostre valutazioni non si riferiscano a fatti realmente accaduti il 4 agosto 1992. Noi consideriamo tre ipotesi per spiegare le dichiarazioni di Dylan. La prima: che siano vere e che il signor Allen abbia abusato di lei. La seconda: che le dichiarazioni di Dylan non siano vere, ma siano state fatte da una bambina emotivamente vulnerabile che era stata segnata da una famiglia disturbata e che stava reagendo alle tensioni in famiglia. La terza: che Dylan sia stata indottrinata o influenzata da sua madre, la signora Farrow. Riteniamo più verosimile che una combinazione di queste ultime due ipotesi spieghi meglio le accuse di molestia sessuale avanzate da Dylan. Mentre possiamo concludere che Dylan non abbia mai subito abusi sessuali, non possiamo sapere la verità sul resto.»

Allen è notoriamente claustrofobico e afferma che mai sarebbe andato in una soffitta (il luogo indicato come teatro degli abusi) e sostiene che la storia sia derivata da una canzone di Dory Previn (ex moglie di André Previn ed ex amica di Mia Farrow), intitolata With My Daddy in the Attic ("Con mio papà in soffitta"), la quale racconta una storia simile; la canzone è del 1970 ed è contenuta in un album in cui la Previn raccontava anche del tradimento subito da Mia quando lei iniziò la relazione con André (nel brano Beware the Young Girls, cioè "Attenzione alle ragazze giovani"), una storia analoga a quella avvenuta con Soon-Yi. Secondo Allen Dylan avrebbe negato inizialmente le molestie parlando col medico, e le avrebbe ammesse solo dopo insistenze della madre. Allen si sottopose alla macchina della verità, superando il test, mentre Mia Farrow lo rifiutò (secondo Farrow e Dylan, il test effettuato da Allen sarebbe stato una versione non valida). Allen nel 2014 fece anche notare che Stacey Nelkin, che lui aveva frequentato anni prima, aveva raccontato alla stampa di essere stata contattata da Mia Farrow all'epoca della causa per la custodia dei figli, nel 1993. Secondo la donna, la Farrow le chiese di testimoniare al processo e di dire che era minorenne all'epoca delle frequentazioni, anche se non era vero. Il giudice Elliot Wilk, incaricato di decidere dell'affidamento di Dylan, non ritenne credibile il rapporto del team di specialisti per il rifiuto di due dei tre specialisti firmatari a testimoniare (gli unici, pare, ad aver effettivamente fatto colloqui con la bambina e con la madre) e a causa dell'indisponibilità degli appunti relativi alle ricerche dei membri del team, che erano state distrutte prima del processo. Allen, credendo che le accuse fossero assurde, nominò un difensore penalista solo dietro insistenza del proprio legale civilista[68], mentre la Farrow ebbe tra i suoi consulenti legali anche il noto avvocato Alan Dershowitz. Dopo aver stabilito che non vi erano prove credibili a supporto della tesi di Allen di un plagio escogitato dalla madre per vendetta nei suoi confronti, riferendosi alla presunta molestia sessuale, il giudice scrisse nella sentenza: "probabilmente non sapremo mai cosa successe il 4 agosto 1992. Le dichiarazioni credibili di Ms. Farrow, del Dr. Coates, del Dr. Leventhal e di Mr. Allen provano comunque che l'atteggiamento di Mr. Allen verso Dylan è stato scandalosamente inappropriato e che misure devono essere prese per proteggerla"[73]. La custodia dei figli della coppia venne quindi concessa in esclusiva alla Farrow, mentre ad Allen venne negato il permesso di visitare Dylan; da quel momento egli poté vedere Ronan, che nel 1992 aveva cinque anni, solamente sotto supervisione, mentre Moses, all'epoca quattordicenne, decise di non frequentare suo padre. Nel settembre del 1993 il pubblico ministero Frank Maco dichiarò pubblicamente che, d'accordo con Mia Farrow e nonostante avesse "prove di colpevolezza", non avrebbe perseguito Allen per le accuse di molestia sessuale per risparmiare alla figlia adottiva, ritenuta troppo fragile, il trauma di un simile processo. Allen, i suoi famigliari, i suoi amici e i suoi legali hanno sempre negato ogni accusa, parlando di manipolazione psicologica della madre sulla figlia e ascrivendo il tutto ad una vendetta della Farrow, mentre Soon-Yi, dal canto suo, accusò la madre adottiva di averla aggredita e picchiata e di altri abusi fisici e morali. Ronan, l'unico presunto figlio biologico di Allen, e che si considera figlio naturale di Allen e non di Sinatra, è oggi un noto avvocato e attivista per i diritti umani ed ha attaccato pubblicamente il regista circa le presunte molestie subite dalla sorella Dylan, la quale, nel 2014, a 28 anni, ha ribadito le accuse di violenza sessuale da parte del padre e difeso la madre in una lettera pubblicata sul blog del New York Times. Allen ha risposto tramite il suo legale definendo Dylan "bugiarda" e le accuse "false e vergognose", in quanto "all'epoca un'indagine minuziosa era stata condotta da esperti indipendenti incaricati dal tribunale", che affermarono che "non vi erano prove credibili dell'aggressione; che Dylan Farrow era incapace di distinguere tra immaginazione e realtà; che Dylan Farrow era stata probabilmente manipolata dalla madre Mia Farrow". D'altro canto il regista sostiene che Dylan possa anche essere in buona fede e sia stata davvero convinta dalla madre di essere stata molestata da lui, e le ha scritto negli anni alcune lettere a cui la ragazza non ha mai risposto. Moses, che nel frattempo ha interrotto i rapporti con la madre, ha ripreso da adulto i contatti con Allen e ha dichiarato di essere stato picchiato spesso dalla Farrow e di non credere alle accuse di molestie alla sorella. Secondo Moses lei lo «spinse insistentemente a odiare mio padre per aver distrutto la famiglia e aver molestato sessualmente mia sorella. È ovvio che Woody non ha molestato mia sorella. Lei gli voleva bene e non vedeva l'ora di vederlo, quando lui veniva a trovarla. Non si è mai nascosta da lui finché nostra madre non è riuscita a creargli attorno un'atmosfera di paura e odio». Per Moses non era Woody, ma Mia il genitore dedito ad abusi ed è impossibile che fosse avvenuta una molestia sessuale, dato che c'erano molte persone durante le visite di Allen, e nessuno si appartava; lui stesso era presente e mai si accorse di nulla, pur avendo quasi 15 anni. Riguardo a Soon-Yi, quando fu adottata da Mia Farrow e André Previn, l'orfanotrofio che la ospitava, dopo l'abbandono da parte di una madre violenta e dedita alla prostituzione, non conosceva la sua età, e le sue condizioni di abbandono erano tali che era quasi ridotta a uno stadio selvaggio: non conosceva nessuna lingua, mostrava paura alla vista di una bambola, nel vedere uno specchio reagiva con repulsione e tentava di calciarlo, provava disgusto per gli uomini tanto da emettere sibili appena uno le si avvicinava. Iscritta dalla Farrow a una scuola privata, mostrò disturbi di apprendimento e, nonostante i grandi miglioramenti, permasero difficoltà di apprendimento e socializzazione.

All'epoca della scoperta della presunta relazione di Allen con Soon-Yi l'età della ragazza era stimata tra i 19 e i 22 anni, circa 35 anni meno di Woody Allen. Sebbene Allen e la Farrow non fossero sposati e Soon-Yi non fosse stata adottata da Allen, la notizia diede scandalo sulla stampa e sui media, visto il ruolo di Allen nelle vesti di compagno della Farrow e di padre di tre dei suoi figli e si discusse a lungo sulle implicazioni e sulla possibilità che la relazione fosse da considerarsi incestuosa. Ronan dalla maggiore età ha avuto pochissimi - quasi nulli - rapporti col padre e, considerando Soon-Yi sua sorella, ha descritto come immorale la condotta di Allen, ritenendo che, sposandola, sia divenuto "suo cognato". Nel 1992 il Time Magazine riporta le seguenti affermazioni di Soon-Yi: "pensare che Woody fosse un padre o patrigno, per me è ridicolo [...] Lui si dedicava esclusivamente ai suoi figli e al suo lavoro, e non avevamo mai passato un momento insieme", mentre nel 2011 il regista dichiarò: "Dov'era lo scandalo? Mi sono innamorato di questa ragazza, e l'ho sposata. Siamo sposati da quasi 15 anni".

Ad appena un anno dalla separazione e dalla battaglia legale, Allen considererà comunque brevemente la Farrow come candidata per il ruolo di sua moglie nel film La dea dell'amore, ruolo poi andato a Helena Bonham Carter. La coppia Allen-Farrow ha girato 13 film: Una commedia sexy in una notte di mezza estate (1982), Zelig (1983), Broadway Danny Rose (1984), La rosa purpurea del Cairo (1985), Hannah e le sue sorelle (1986), Radio Days (1987), Settembre (1987), Un'altra donna (1988), New York Stories (1989), Crimini e misfatti (1989), Alice (1990), Ombre e nebbia (1992) e Mariti e mogli (1992). In un'intervista del 2005 a Vanity Fair, Allen ha dichiarato che, nonostante lo scandalo che ha danneggiato la sua reputazione e la sua immagine, la scoperta delle fotografie da parte della Farrow fu "solo uno degli eventi fortuiti, dei colpi di fortuna della mia vita […] è stato un punto di svolta in meglio." Sulla sua relazione con la Farrow, e poi con Soon-Yi, ha dichiarato: "Sono sicuro che ci sono delle cose che avrei dovuto fare diversamente. […] Probabilmente in retrospettiva avrei dovuto dichiarare la relazione finita prima di quanto feci."

Il terzo matrimonio – Dopo la separazione ufficiale dalla ex-compagna, il regista continuò apertamente la sua relazione con Soon-Yi Previn. All'epoca aveva 57 anni e la Previn 22. La coppia si è sposata il 23 dicembre 1997 a Palazzo Cavalli-Franchetti, a Venezia, città amata da Allen. La cerimonia civile, celebrata dal sindaco Massimo Cacciari, si svolse in segreto, alla presenza di quattro persone, tra cui la sorella, la nipote e il cognato di Allen. Successivamente hanno adottato due figlie, entrambe di origini asiatiche, Bechet Dumain Allen, cinese, adottata nel maggio 1999, e Manzie Tio Allen, nell'ottobre 2000, nata sei mesi prima nello Stato del Texas, da genitori coreani (i nomi sono stati scelti da Allen in omaggio a due dei suoi jazzisti preferiti, rispettivamente Sidney Bechet e Manzie Johnson).

Gli altri successi - Per quanto riguarda la sua carriera, a partire dalla metà degli anni ottanta Allen inizia, quindi, a mescolare nelle sue opere aspetti romantici, comici e tragici. Negli anni successivi escono in successione Broadway Danny Rose, caratterizzato dall'impiego di attori non professionisti, La rosa purpurea del Cairo (1985), un altro film meta-cinematografico molto apprezzato dalla critica e uno dei film preferiti dello stesso Allen, e Hannah e le sue sorelle (1986), vincitore di tre Oscar 1987 ("miglior sceneggiatura originale", "miglior attore non protagonista" a Michael Caine e "miglior attrice non protagonista" a Dianne Wiest). Nel 1987 dirige ben due film, Radio Days e Settembre, altra pellicola di ispirazione felliniana e bergmaniana. Nello stesso anno, dall'unione con la Farrow era nato Satchel, il suo primo figlio, e partecipa a King Lear di Jean-Luc Godard. Nel 1988 dirige Un'altra donna e partecipa al film collettivo New York Stories, insieme a Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, dirigendo l'episodio Edipo relitto.

Nel 1989 Crimini e misfatti, uno dei suoi film più amati, ottiene un buon successo di pubblico e critica. L'anno successivo esce Alice, del quale è protagonista incontrastata Mia Farrow. Allen, nel frattempo, recita a fianco a Bette Midler in Storie di amori e infedeltà, diretto da Paul Mazursky. Al Festival di Berlino del 1992 viene presentato, con scarso successo, Ombre e nebbia, un omaggio in bianco e nero al cinema espressionista tedesco del secondo decennio del XX secolo, un omaggio a Franz Kafka. Nello stesso anno accetta di produrre quattro spot televisivi di quarantacinque secondi per la Coop, la catena di supermercati italiani.

Il ritorno al cinema - Nel 1993, dopo lo scandalo con Soon-Yi, tornò al cinema con Mariti e mogli, l'ultimo film della coppia Allen-Farrow, con un cast di quarantadue attori, di cui sette protagonisti, cui segue Misterioso omicidio a Manhattan (1993), che combina thriller e commedia nera, e Pallottole su Broadway (1994). Nello stesso anno dirige la trasposizione televisiva di una sua vecchia commedia per la ABC, Don't Drink the Water, già precedentemente portata sul grande schermo da Howard Morris, con il titolo Come ti dirotto il jet, nel 1969.  Nel 1995 esce La dea dell'amore, che frutta un premio Oscar alla protagonista Mira Sorvino; nel 1996 Allen dirige il suo primo musical, Tutti dicono I Love You, ambientato a Venezia, New York e Parigi. Gli attori furono informati dal regista che avrebbero dovuto cantare loro stessi solamente il primo giorno delle riprese. Subito dopo la realizzazione della pellicola Allen ha dichiarato di voler dirigere un altro musical, ma da allora non si è mai saputo più nulla di tale progetto. Nel 1997 è la volta di Harry a pezzi, che ottiene una nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Dopo aver sposato, il 22 dicembre 1997 a Venezia, la compagna Soon-Yi, alimentando nuove polemiche, si dedicò a un progetto sul mondo del cinema e della moda, Celebrity (1998), completamente girato a New York, in bianco e nero, che si avvale della fotografia di Sven Nykvist, col quale aveva già collaborato negli anni ottanta, e che vanta un ricco cast comprendente Leonardo Di Caprio, Melanie Griffith, Kenneth Branagh, Charlize Theron e Winona Ryder. Nel 1998 esordisce come doppiatore nel film d'animazione della DreamWorks Z la formica, nel quale dà la voce a Z, il protagonista del film, formica nevrotica modellata sulla sua personalità e sul suo aspetto; esce anche Wild Man Blues, un documentario di Barbara Kopple che ha seguito il tour europeo di Allen e della sua jazz band. Nel 1999 esce Accordi e disaccordi, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, falso documentario dedicato al mondo del jazz degli anni trenta.

I flop e la crisi - Nel 2000 cambia studio di produzione e passa alla DreamWorks SKG: il primo film girato per la nuova compagnia è Criminali da strapazzo. La pellicola è un discreto successo commerciale in patria, ma le quattro successive si rivelano dei flop al botteghino e vengono accolte male dalla critica: nel 2001 dirige La maledizione dello scorpione di giada, un omaggio ai film dell'epoca d'oro di Hollywood, e continua la sua prolifica produzione con Hollywood Ending (2002), altro film autobiografico (nel quale, non a caso, interpreta un vecchio regista hollywoodiano in declino), Anything Else (2003) e Melinda e Melinda (2004). I suoi film ottengono quasi sempre un maggior successo in Europa (in particolare in Francia e in Italia, dove il regista ha molti fan), e lo stesso Allen dichiarò le sue difficoltà nel mercato statunitense, ammettendo di "sopravvivere" grazie al mercato europeo. Nel frattempo nel 2000 recita in Ho solo fatto a pezzi mia moglie di Alfonso Arau.

Il ritorno al successo: la trilogia londinese e il film "spagnolo"- Il ritorno alla ribalta, quando tutti ormai lo consideravano un regista sul viale del tramonto, avviene al Festival di Cannes 2005, dove presenta una pellicola assolutamente atipica per la sua filmografia, Match Point, con Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. Allen, questa volta solo sceneggiatore e regista, abbandona i toni della commedia per girare un dramma/thriller di denuncia sociale (in parte liberamente ispirato dal celebre romanzo Delitto e castigo di Fëdor Michajlovič Dostoevskij). La pellicola è insolitamente ambientata per la prima volta a Londra (lontano dalla sua New York), e adotta anche una colonna sonora decisamente nuova per Allen: non più jazz, ma opera lirica. Il film incassò negli USA più di 23 milioni di dollari (rivelandosi il suo film più proficuo degli ultimi 20 anni) e Allen ricevette ancora una volta una candidatura agli Oscar per la sceneggiatura. Il regista lo considera tra i suoi film meglio riusciti (nel senso di più fedeli alla sua visione originale), come ha dichiarato in un'intervista concessa a Premiere Magazine. Il 28 luglio 2006 esce negli USA il suo nuovo film, Scoop, scritto appositamente per poter nuovamente lavorare con Scarlett Johansson, accanto a Hugh Jackman, Ian McShane e Kevin McNally, e nuovamente ambientato a Londra. Nel film, in un ritorno alla commedia, Allen tornò a recitare dopo 3 anni di assenza dagli schermi (l'ultima apparizione era stata in Anything Else nel 2003).

Il terzo ed ultimo film ambientato nella capitale britannica (e l'unico dei tre senza Scarlett Johansson nel cast) è Sogni e delitti, presentato fuori concorso alla 64ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, la cui uscita nelle sale cinematografiche italiane è stata il 1º febbraio 2008. La pellicola segna un ritorno ai toni cupi e drammatici di Match Point, dopo il breve ritorno alla commedia leggera di Scoop; il cast vede come protagonisti Colin Farrell, Ewan McGregor (che interpretano due fratelli), Tom Wilkinson, Hayley Atwell e Sally Hawkins.

Nel frattempo Allen torna alla narrativa dopo 25 anni di assenza pubblicando la raccolta di racconti umoristici Pura anarchia. Il film successivo di Allen (2008) è Vicky Cristina Barcelona, il suo quarto lungometraggio girato al di fuori degli Stati Uniti, questa volta in Spagna, principalmente a Barcellona. Del cast fanno parte Scarlett Johansson, Penélope Cruz, che per il ruolo ha vinto il premio Oscar come migliore attrice non protagonista nel 2009 (il primo assegnato ad un'attrice spagnola), Javier Bardem e Rebecca Hall. Nel film appare, in un breve cameo, Joan Pera, storico doppiatore spagnolo di Allen.Il film tratta di un intrigo amoroso a Barcellona tra un pittore, la sua ex e due turiste statunitensi. Il film si rivela, inaspettatamente, un vero successo, e, assieme a Match point, uno dei film più proficui del regista.

Il ritorno a New York - Dopo il lungo soggiorno "cinematografico" in Europa, Allen decise di tornare nella sua New York per il progetto successivo, Basta che funzioni, una commedia drammatica dai forti toni autobiografici, con Larry David, Evan Rachel Wood e Patricia Clarkson. Il film era stato scritto da Allen verso la fine degli anni settanta ed il protagonista, interpretato da Larry David, era sceneggiato per Zero Mostel, che tuttavia morì nel 1977, l'anno di uscita di Io e Annie, prima che il progetto potesse realizzarsi, e portando Allen a "congelare" di fatto il film per oltre trent'anni.

Anni successivi: commedie e nuovi film in Europa - Nel 2010 dirige Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, interpretato da un nutrito cast che comprende Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Anupam Kher, Freida Pinto e Naomi Watts, mentre l'11 maggio 2011 esce Midnight in Paris, con un cast comprendente Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kurt Fuller, Michael Sheen, Adrien Brody, Tom Hiddleston e un cameo di Carla Bruni. Il film gli fa ottenere un Golden Globe per la miglior sceneggiatura originale e il suo quarto Oscar, il terzo per la sceneggiatura originale. Nel 2011 gira nei mesi di luglio e agosto a Roma il suo nuovo film con il celebre attore e regista italiano Roberto Benigni e nuovamente con l'attrice spagnola Penelope Cruz, che doveva inizialmente chiamarsi Bop Decameron o Nero Fiddle. Ad ottobre del 2011 il regista comunica di aver cambiato il nome del film, uscito poi nel 2012, in To Rome with Love.  Nel 2013 dirige il film Blue Jasmine, di cui ha anche scritto la sceneggiatura. Anche in questo caso Allen si rivede candidato all'Oscar per la miglior sceneggiatura originale, categoria che l'ha consacrato nel mondo dell'Academy Award. La protagonista, Cate Blanchett, grazie a questo film ottiene il suo secondo Premio Oscar e il terzo Golden Globe. Nel 2014 gira nel sud della Francia Magic in the Moonlight, con Emma Stone e Colin Firth. Nel gennaio 2015 è stato annunciato che Allen avrebbe diretto una serie televisiva per Amazon.com. La serie, intitolata Crisis in Six Scenes, è stata pubblicata attraverso la piattaforma di video-on-demand Amazon Instant Video il 30 settembre 2016. Sempre nel 2015 esce il suo film Irrational Man, mentre nel 2016 è la volta di Café Society. Nel 2017 esce La ruota delle meraviglie, seguito dal ritorno di Allen in un film ambientato nella sua città, Un giorno di pioggia a New York (2019), la cui uscita è stata ritardata e avvenuta in Europa a causa del boicottaggio seguito al movimento #MeToo (a cui aderiscono Dylan e Ronan Farrow) contro personaggi che hanno subito accuse di molestie durante la loro vita. Molti attori hanno preso le distanze da Allen, difeso invece ad esempio pubblicamente da Diane Keaton, Spike Lee, Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson, oltre che dalla moglie Soon-yi Previn. Amazon e la casa editrice Hachette (la stessa di Ronan) hanno deciso di non onorare il contratto e di non pubblicare l'autobiografia del regista, A proposito di niente (2020), la quale uscirà invece in Europa (in Italia per La nave di Teseo), compresa probabilmente la Russia con la casa editrice governativa RT, legata alla tv di Stato di Putin, Russia Today. Allen ha intentato causa ad Amazon per 80 milioni di dollari per danni materiali e morali. Il libro è comunque commercializzato sul sito Amazon fuori dagli Stati Uniti e dal 2021 è reso disponibile anche su Amazon in lingua inglese. Secondo molti il regista è soggetto a una forte campagna di cancel culture, che però lui stesso dice aver poco influito sul suo lavoro. Nel 2022 esce il nuovo libro di racconti, Zero Gravity, in contemporanea tra USA e Italia, rispettivamente per Simon & Schuster e La Nave di Teseo. Nel settembre 2023 presenta alla Mostra internazionale d'arte cinematografica il suo cinquantesimo film, Coup de Chance.

Idee politiche - Non è mai stato apertamente schierato politicamente, ma negli ultimi anni ha sostenuto esplicitamente il Partito Democratico statunitense, anche se ha ammesso di non averlo sempre scelto, in passato. Sulla politica statunitense ha detto che «in generale un'affermazione della destra è sempre una cattiva notizia, è sempre una faccenda pericolosa. Perché la destra dà risposte molto semplici, dirette a problemi enormi. Ci sono i senzatetto? Che se ne vadano. C'è un aumento di criminali? Ripristiniamo la pena di morte. Soluzioni che naturalmente non tentano di capire il perché dei fenomeni a cui vengono applicate. Al momento possono sembrare efficaci, ma fra venti anni sarà peggio e ne faranno le spese le generazioni del futuro che di nuovo si troveranno di fronte problemi gravissimi».

La questione israeliana - Riguardo alla politica estera e allo Stato d'Israele ha dichiarato: «Io sono un sostenitore d'Israele, mi sono sempre sentito offeso per le sofferenze inflitte a questa piccola nazione dai vicini nemici, da vili terroristi e da gran parte del mondo. Ma ora sono indignato dal trattamento che gli israeliani infliggono ai palestinesi in rivolta. Ma dico, ragazzi, stiamo scherzando? Soldati che picchiano la popolazione civile per dare un esempio? Che rompono le mani e le braccia di ragazzi e donne per impedirgli di tirare le pietre? Che rastrellano la gente nelle case e li bastonano per ridurli, col terrore, alla calma? Quasi non riesco a credere a quello che leggo nei giornali: davvero sono stati bloccati gli aiuti alimentari e le medicine per rendere la vita impossibile ai ribelli? È proprio vero che si è fatto fuoco sulla folla e che si è passati alle pallottole di gomma solo quando gli Stati Uniti hanno protestato? È vero che è stata usata anche la tortura, con il beneplacito dello Stato? (...) Non posso crederci, e non so neanche dire che cosa si debba fare. Forse per molti di noi che si danno da fare perché Israele esista e prosperi, è arrivato il momento di parlare con franchezza e di usare ogni metodo di pressione, morale, finanziario, politico, per far cessare questo modo sbagliato di risolvere il problema.» Ha affermato inoltre che il sionismo delle origini fosse pacifico, ma che in seguito all'ostilità degli arabi si fosse trasformato in un movimento aggressivo: «La storia di Israele è cominciata come quella di un paese meraviglioso ma è poi stato perseguitato duramente, colpito e combattuto senza tregua... Oramai gli errori sono da ambedue le parti, ma l'origine dei problemi è dovuta all'atteggiamento poco comprensivo che c'è stato nei confronti di un paese giovane che è diventato aggressivo per necessità.»

«[Sul conflitto Israele-Striscia di Gaza]. È molto più che terribile. Da quando mi ricordo, quando avevo 21 anni, mi dicevano, "La pace è dietro l'angolo tra arabi e israeliani. La prossima generazione. In questo momento, c'è molta amarezza, ma con il tempo, le nuove generazioni cresceranno e saranno più tranquille nel rapporto con l'altro." Siamo andati avanti e avanti e avanti, e alla fine, nulla è cambiato. Questa situazione rimane tragica e terribile, e i capi in Israele e i leader del mondo arabo non sono stati in grado di giungere ad un accordo. È una cosa terribile e tragica. Vite innocenti vengono perdute a destra e a sinistra, ed è una situazione orribile che prima o poi dovrà risolversi, ma io dico che non sappiamo affatto se davvero accadrà. Mi auguro che accada, ma sembra, a questo punto, che nessuno su entrambi i lati è pronto, disposto e in grado di farlo.»  Nel 2013 ha equiparato l'odio verso Israele a quello verso gli ebrei, affermando che dietro le polemiche contro Israele si cela "un odio ancora più profondo" nei confronti del popolo ebraico: «Molta gente camuffa i suoi sentimenti negativi nei confronti degli ebrei con una critica, critica politica, riguardo Israele. In sostanza ciò che realmente intendono è che non gli piacciono gli ebrei. ( [...] ) Visti i bassi standard di tolleranza in tutto il mondo, l'America è un posto tollerante con gli ebrei».

Estetica e stile - Quasi tutte le sequenze dei titoli di apertura e di chiusura dei film di Allen presentano come carattere di scrittura il Windsor bianco su sfondo nero, senza effetti di scorrimento, con musica jazz di sottofondo. Il cinema di Allen contiene molti riferimenti all'umorismo ebraico, alla filosofia, alla psicoanalisi e anche, in maniera critica e satirica, alla religione.Allen si rifiuta di guardare i suoi film dopo la loro uscita nelle sale; il regista, infatti, ha affermato che rivedendo la pellicola finita sicuramente penserebbe che il film non sia sufficientemente buono e che avrebbe potuto fare di meglio. Anche per questo motivo non ha mai registrato un commento audio per nessuno dei suoi film da includere nei DVD, per i quali pretende edizioni semplici, prive di extra, monodisco e con l'audio mono che caratterizza tutti i suoi film.

I primi film slapstick - I primi anni della carriera risentono fortemente delle precedenti esperienze di Allen in televisione e come comico. Il suo talento camaleontico si esprime nelle prime pellicole in tutte le sue forme, come regista-sceneggiatore-attore, decretandolo protagonista assoluto e mattatore dei suoi primi lavori, commedie pure che presentano una comicità molto semplice e fisica, da classica slapstick comedy, espressa con un ritmo frenetico di gag visive e battute fulminanti, che da sempre caratterizzano i dialoghi di Allen, tenute insieme da una trama esile, creata ad arte come raccordo tra le varie situazioni necessarie per gli sketch. Allen punta molto sulla sua figura, plasmandosi addosso un personaggio su misura per il suo stile, sviluppato a partire dai primi anni del cabaret e perfezionato nel tempo, divenuto poi l'immagine classica percepita dal pubblico; nevrotico, paranoico, impacciato e sfortunato con le donne, Allen sceglie sempre al suo fianco come co-protagonista le proprie compagne, prima Louise Lasser, poi Diane Keaton e infine Mia Farrow, dopo la quale non ci sarà più una "primadonna". Tra le maggiori influenze di questo periodo figurano Bob Hope e Groucho Marx. In tutti i primi film, Prendi i soldi e scappa (1969), Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971), Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) (1972), Il dormiglione (1973) e Amore e guerra[135] (1975), sono presenti elementi surreali ed assurdi, a caratterizzare ed amplificare l'effetto comico. Allen, per esempio, indossa continuamente i suoi occhiali con la montatura nera, tipicamente anni settanta, ma che non abbandonerà mai, neanche in Amore e guerra, ambientato in Russia in epoca napoleonica.

Le commedie sofisticate - Ingmar Bergman, principale modello del regista - Federico Fellini, un altro esempio per Allen. Il punto di svolta arriva nel 1977, con quello che è considerato il suo capolavoro, Io e Annie; i maggiori successi critici e commerciali di Allen arrivano proprio nel decennio che inizia con l'uscita nelle sale di questa pellicola. Il film, considerato un classico moderno, segna il passaggio di Allen ad una comicità più sofisticata, mescolata ad aspetti drammatici, segnando allo stesso tempo un nuovo modello per il genere della commedia romantica. Negli anni ottanta comincia ad inserire nei suoi film diversi riferimenti filosofici e dimostra il suo anticonformismo. I film di Allen non sono più solamente comici, ma portano con sé una componente riflessiva più marcata; la trama non è più solo un filo conduttore per legare un susseguirsi di gag e battute, ma assume un ruolo centrale nel film, diventando più studiata, arricchita da sottotrame romantiche e drammatiche. Seguirono altri film come Interiors (1978) e Manhattan , una serenata alla sua amata New York, definito da alcuni critici statunitensi "l'unico grande film americano degli anni settanta", condito da una comicità meno buffonesca e più riflessiva. In questo periodo emerge una delle caratteristiche peculiari della cinematografia alleniana, che sarà d'ora in poi una costante, la riflessione sul ruolo stesso del regista, dell'autore e, più in generale, una riflessione sull'arte cinematografica, che daranno vita ad una serie di pellicole meta-cinematografiche e dai forti toni autobiografici. Solitamente il protagonista di queste pellicole è lo stesso Allen, ma nel tempo, con l'avanzare dell'età, ha talvolta ceduto il "suo ruolo": a John Cusack in Pallottole su Broadway (1994), Kenneth Branagh in Celebrity (1998), Jason Biggs in Anything Else (2003, dove comunque appare lui stesso come interprete), Will Ferrell in Melinda e Melinda (2004) e Owen Wilson in Midnight in Paris (2011). La prima pellicola di questo genere è Stardust Memories (1980), dalla forte componente autobiografica, ispirato al cinema europeo ed in particolare a Federico Fellini e di nuovo a Ingmar Bergman. Nel film un regista di successo, Sandy Bates, interpretato dallo stesso Allen, esprime il suo risentimento e il suo disprezzo per i propri fan; sconvolto dalla recente morte di un caro amico, Bates afferma di non voler mai più girare film comici, ed una gag ricorrente per tutto il film vede diverse persone (compreso un gruppo di alieni) esprimere a Bates il proprio apprezzamento per i suoi film, "specialmente i primi comici". La gag è chiaramente uno sfogo dello stesso Allen e del suo pensiero, frustrato dai continui commenti di chi lo ritiene solo un autore comico. Questo tipo di riflessione continua nelle pellicole successive, Zelig (1983), tragi-comica parodia idiosincratica di un documentario degli anni venti-trenta, Broadway Danny Rose (1984), caratterizzato dall'impiego di attori non professionisti, e La rosa purpurea del Cairo (1985), che in un'intervista con Tim Teeman al Times cita come uno dei suoi sei film meglio riusciti.[107] A partire dalla metà degli anni ottanta, Allen inizia, quindi, a mescolare nelle sue opere aspetti romantici, comici e tragici. Si susseguono in breve tempo Hannah e le sue sorelle (1986), vincitore di tre Oscar 1987 ("miglior sceneggiatura originale", "miglior attore non protagonista" a Michael Caine e "miglior attrice non protagonista" a Dianne Wiest), Radio Days (1987), nel quale recitano fianco a fianco Diane Keaton e Mia Farrow, Settembre (1987), altra pellicola di ispirazione felliniana e bergmaniana, e Un'altra donna (1988), oltre al film collettivo New York Stories, insieme a Martin Scorsese e Francis Ford Coppola, dirigendo l'episodio Edipo relitto. Nel 1989 Crimini e misfatti, il cui il tema centrale è l'ipocrisia borghese nella tradizione ebraica, ottiene un buon successo di pubblico e critica, e l'anno successivo esce Alice, del quale è protagonista incontrastata Mia Farrow. Al Festival di Berlino del 1992 viene presentato, con scarso successo, Ombre e nebbia, un omaggio in bianco e nero al cinema espressionista tedesco. Altre sue opere sono Mariti e mogli, il film più autobiografico e sincero,[138] e Pallottole su Broadway (1994).

Il ritorno ai toni leggeri - Verso la metà degli anni novanta la sua produzione torna ad assumere toni più leggeri, pur mantenendo uno stile ricercato ed intelligente; nel 1995 esce La dea dell'amore, nel 1996 Allen dirige il suo primo musical, Tutti dicono I Love You. Nel 1997 è la volta di Harry a pezzi, altro film meta-cinematografico ispirato al capolavoro del regista svedese Ingmar Bergman Il posto delle fragole (1957). Nel 1999 esce Accordi e disaccordi, presentato fuori concorso alla cinquantaseiesima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, film biografico dedicato al mondo del jazz degli anni trenta. Nel 2000 è la volta di Criminali da strapazzo, primo film girato per la DreamWorks SKG, che presenta un'inversione di tendenza: Allen inizia a concedere più interviste e sembra intenzionato a tornare alle origini del suo stile comico.

Il dramma e la commedia - Il ritorno alla ribalta avviene al Festival di Cannes 2005, dove presenta un film atipico per la sua filmografia, Match Point, con Jonathan Rhys-Meyers e Scarlett Johansson. Allen, questa volta solo sceneggiatore e regista, abbandona i toni della commedia per girare un dramma/thriller ambientato a Londra, lontano dalla sua New York, e cambia anche la colonna sonora: non più jazz, ma musica lirica. In un'intervista concessa a Premiere Magazine, Allen ha dichiarato di considerare Match Point il suo miglior film. Segue una commedia, Scoop (2006) e, dopo la pausa leggera, Sogni e delitti, che segna un ritorno ai toni cupi e drammatici di Match Point. Il suo quarto film europeo, Vicky Cristina Barcelona, è ancora una commedia drammatica, questa volta a sfondo sentimentale, ambientata nella capitale catalana. Con Basta che funzioni (2009) Woody Allen torna a girare nell'amata New York, dopo diversi anni di assenza. Con Midnight in Paris e To Rome With Love, commedie romantiche uscite rispettivamente nel 2011 e 2012, utilizza come sfondo le città europee di Parigi e Roma concludendo l'ideologica trilogia iniziata con Vicky Cristina Barcelona. Nel 2013 unisce molte tematiche che ha sempre trattato mettendo in scena uno scontro fra borghesia e ceto medio nella commedia dai toni cupi Blue Jasmine con protagonista Cate Blanchett.

Interessi e tematiche

La psicoanalisi - «E poi Freud – altro grande pessimista! Gesù, sono stato in analisi per anni. Non è successo niente. Il mio analista, per la frustrazione, cambiò attività. Aprì un self-service vegetariano.» Celebre per la sua immagine nevrotica, Allen ha passato più di trent'anni in psicoanalisi. Frequenta per la prima volta uno specialista nel 1959 poiché inizia a sentirsi malinconico senza capirne il motivo. Da allora la terapia diventa un appuntamento fisso ed irrinunciabile, in media una volta a settimana, tranne brevi periodi di pausa. In momenti più intensi, invece, Allen arriva a frequentare lo studio psicoanalitico tre volte a settimana. Gran parte dei suoi film contiene riferimenti a questo suo problema o anche scene esplicite di psicoanalisi, ed è diventata una caratteristica essenziale del "personaggio" Allen. Persino il film d'animazione Z la formica, nel quale Allen doppia il protagonista Z, inizia con una classica scena di psicoanalisi. Il regista ha dichiarato di aver concluso la terapia più o meno al tempo dell'inizio della sua relazione con Soon-Yi Previn, anche se ha dichiarato di soffrire ancora di claustrofobia ed agorafobia. Fra le altre sue fobie, spesso ingigantite per l'effetto surreale dei suoi film, ma da lui anche confermate: è terrorizzato da insetti, cani, cervi, colori brillanti, strapiombi, dalla folla, dal cancro e dal sole.

 

La psicoanalisi riveste nei film di Allen un importante snodo narrativo, come in Harry a pezzi o Un'altra donna, oltre a essere fonte di ricorrente ironia. La pratica psicoanalitica ha avuto una notevole importanza nella vita di Allen, ciononostante egli tende ad ascriverla nei propri film a un carattere tipico della borghesia contemporanea, spesso animato da interessi economici, oltre che inefficace rispetto alla soluzione dei veri drammi della vita, agli occhi di Allen esistenziali, anziché psicologici.

Il jazz e il clarinetto - Allen è un grandissimo fan e conoscitore della musica jazz, che spesso è una presenza prominente nelle colonne sonore delle sue opere, soprattutto quella classica americana degli anni trenta e anni quaranta. Non a caso nel finale di Manhattan, nella scena nella quale Isaac Davis (interpretato dallo stesso Allen) elenca a se stesso, ed al pubblico della pellicola, le cose per cui vale veramente la pena vivere, accanto a Groucho Marx, Joe DiMaggio (nella versione originale si tratta in realtà di Willie Mays), il secondo movimento della sinfonia Jupiter di Mozart, i film svedesi, L'educazione sentimentale di Flaubert, Marlon Brando, Frank Sinatra, le "incredibili mele e pere" dipinte da Cézanne e i granchi da Sam Wo, mette il suo amato Louis Armstrong, e in particolare la sua celebre incisione di Potato Head Blues. Accanto ad Armstrong, una presenza ricorrente nelle pellicole di Allen, il regista newyorchese ha usato autori classici come Irving Berlin (noto per non aver mai concesso a nessun altro regista, nemmeno a Federico Fellini, i diritti delle sue canzoni), Rodgers e Hammerstein, George Gershwin, le celebri orchestre di Tommy Dorsey e Glenn Miller e le performance di Fred Astaire e Ginger Rogers, che compaiono anche in uno spezzone de La rosa purpurea del Cairo nel quale ballano al ritmo di Cheek to Cheek; ma ha anche selezionato alcuni tra i migliori musicisti contemporanei, tra i quali Burt Bacharach (in Ciao Pussycat), Marvin Hamlisch (in Prendi i soldi e scappa e Il dittatore dello stato libero di Bananas) e Dick Hyman (in La rosa purpurea del Cairo e La dea dell'amore). In alcuni casi, come per la colonna sonora de Il dormiglione, Allen stesso ha scritto le canzoni originali necessarie, interpretandole poi con la celebre Preservation Hall Jazz Band, o ha composto alcuni pezzi ispirandosi a grandi musicisti, non necessariamente jazzisti, come Sergej Prokofiev (per Amore e guerra, ambientato in Russia), Felix Mendelssohn (per Una commedia sexy in una notte di mezza estate), Kurt Weill (ispirandosi al suo Soldati e bombe per esigenze espressionistiche in Ombre e nebbia) o Frank Sinatra (ispirandosi a If You Are But a Dream per Radio Days). Tuttavia Allen non è solo un fan del jazz, ma lo ha sempre suonato sin dall'adolescenza per poter a sua volta esibirsi. All'età di quindici anni impara a suonare il clarinetto, esercitandosi giornalmente. I suoi primi spettacoli pubblici risalgono addirittura a partire dagli anni sessanta. Una delle sue prime performance televisive fu quella al The Dick Cavett Show il 20 ottobre 1971. Woody Allen e la sua New Orleans Jazz Band a partire dagli anni settanta suonano tutti i lunedì sera al Cafè Carlyle di Manhattan (fino al 1997 suonavano al Michael's Pub),un piccolo locale sempre assiepato dai fan, soprattutto europei, tranne rari casi nei quali Allen è fuori città per la lavorazione dei suoi film. Il gruppo è specializzato in New Orleans jazz degli inizi del XX secolo, lo stile tipico, tra gli altri, di Louis Armstrong, ed ha pubblicato un CD originale, The Bunk Project (1993). Il gruppo ha intrapreso diversi tour, soprattutto in Europa, a proposito dei quali Allen, conscio della scarsità delle sue prestazioni musicali, affermò che il suo pubblico veniva per vederli e non per sentirli. Il documentario Wild Man Blues (1997), diretto da Barbara Kopple, documenta un tour europeo del 1996 di Allen e il suo gruppo, così come la sua relazione con Soon-Yi Previn. La colonna sonora del documentario è interamente composta da brani interpretati dalla band, ed è stata pubblicata nel 1997. La sua passione lo ha portato a scegliere il suo nome d'arte da uno dei suoi idoli, il celebre clarinettista Woody Herman, ma anche a chiamare gli ultimi due figli adottati con la moglie Soon-Yi Previn, Bechet e Manzie, con i nomi di due dei suoi jazzisti preferiti, rispettivamente Sidney Bechet e Manzie Johnson.

New York, Parigi, Venezia - New York è senza dubbio la città che più viene associata a Woody Allen e alla sua opera, essendo la sua città natale, nonché il luogo dove ha sempre vissuto. A New York sono ambientati moltissimi suoi film, come il celeberrimo Manhattan. La comicità verbale di Allen è derivata da quella degli ambienti artistici ebraici newyorchesi; molti suoi racconti presentano termini dell'yiddish, la lingua degli ebrei dell'est europeo diffusa anche in queste zone della Grande Mela.[144] Non è possibile separare l'immagine del regista dalla sua città. La New York di Allen è quella degli intellettuali e delle classi medio-alte, non quella dei quartieri "bassi". Questo per il fatto che è quella da lui conosciuta di persona e non ha niente a vedere, come confermato da lui stesso, con una preferenza "classista". A proposito, ha dichiarato in un'intervista, a una domanda sulle critiche ricevute sul fatto che si occuperebbe solo dei problemi della borghesia bianca della città: "Se è per questo la comunità ebraica mi accusa di parlare male degli ebrei e quella di colore stigmatizza il fatto che io non inserisco mai attori neri nelle mie pellicole… Io abito in una città ed in un certo ambiente ricco. Quello che mi diverte è raccontare quello che vedo. Tutti pensano che "i ricchi" non abbiano problemi, quando, invece, in ogni mio film dimostro come le persone abbienti hanno i problemi di tutti quando vengono a scontrarsi con le questioni di cuore o psicologiche". L'amore per la sua città è stato rappresentato dal fatto che l'unica apparizione di Allen (tra l'altro fuori concorso, nel 2002) alla notte degli Oscar (cerimonia sempre disertata, anche quando era in gara e vinse) sia stata per sostenere, con un montaggio di clip newyorchesi tratti dai suoi film, la città, invitando il cinema a non abbandonarla dopo l'11 settembre. Il regista era presente il giorno degli attentati a Manhattan e si è detto "distrutto ma non sorpreso", e soprattutto orgoglioso, di come reagì la popolazione. Le altre città amate dal noto regista sono Parigi e soprattutto Venezia. Grande amante dell'Italia e della città lagunare, Allen ha contribuito economicamente alla ricostruzione del Gran Teatro La Fenice, distrutto da un incendio il 29 gennaio 1996 e riaperto il 14 dicembre 2003. Il 22 dicembre 1997 ha scelto Palazzo Cavalli-Franchetti per le sue terze nozze con Soon-Yi Previn. A proposito di Venezia ha dichiarato: «Adoro la città, non mi piace la campagna. Fuori da New York ci sono solo due città al mondo dove mi sento a casa: una è Venezia, l'altra è Parigi. Sono venuto a Venezia per la prima volta a cinquant'anni e prima di arrivare, mentre stavo sull'aereo, ero preso dalle angosce: non mi piaceva molto l'idea di dovere andare in giro con una gondola oppure su una barca. Quando, però, mi sono trovato per la prima volta a solcare la laguna, il tempo melanconico, le emozioni del paesaggio, la gioia irrazionale che mi derivava dall'esserci me l'hanno fatta amare. So che è pazzesco, ma per qualche motivo che non so spiegare New York, Parigi e Venezia hanno per me un denominatore comune che me le fa sentire molto vicine. Io ho girato tutto il mondo e tutta l'Europa. Queste tre città, nel mio cuore, non hanno uguali.»

Estetica, realtà e insensatezza dell'esistenza - L'estetica è per Allen la controparte oggettiva dell'amore e dunque la sola fragile fonte in grado di conferire incentivi a una vita che altrimenti non avrebbe alcun senso. Sono infatti tematiche ricorrenti di Allen l'assenza di giustizia e punizione nel mondo, il dolore e la miseria diffusi nel mondo (come nella distinzione fra horrible and miserable people di Io e Annie) e le destabilizzanti pressioni delle società borghesi. Benché sfumato di ironia e spesso espresso in forma di battute, Woody Allen esterna nella maggior parte dei propri film un generale pessimismo di fondo, dettato dalla consapevolezza dell'assenza di Dio e di qualsiasi forma di direzione precisa dell'esistenza. Solo l'amore e il suo surrogato in mentite spoglie, ovvero l'arte, consentono di abitare il mondo senza perire a causa dell'insensatezza. Fra le sue passioni vi è quella di seguire la squadra NBA della sua città, i New York Knicks, tanto che i piani di lavorazione sono basati anche sulle date e sugli orari delle partite, in modo che Allen possa finire in tempo le riprese della giornata e andare a vedere la partita. Inoltre, nutre una grande ammirazione per Ingmar Bergman, Federico Fellini, Anton Čechov, Groucho Marx e Louis Armstrong, arrivando a dire: «Non ho mai creduto che la bellezza fosse anche la verità, mai. Ho sempre creduto che la gente non possa sopportare troppo la realtà. Io amo vivere nel mondo di Ingmar Bergman. O in quello di Louis Armstrong. O in quello dei New York Knicks. Perché non si tratta di questo mondo.

Impatto culturale - Secondo la vedova di Stanley Kubrick, Christiane, il regista aveva considerato Allen per il ruolo di Victor Ziegler nel suo ultimo film, Eyes Wide Shut, ruolo andato poi a Sydney Pollack. Il film Io e Annie è giunto al 31º posto nella classifica 100 film della AFI del 2007 mentre in precedenza era al 35º posto.

Opere teatrali – Molte le sceneggiature per opere teatrali

Libri - L'opera scritta di Woody Allen nasce dalla trascrizione dei suoi monologhi e da molti racconti che l'autore ha pubblicato su quotidiani nel corso degli anni, integrata con inediti. A questi si aggiunge la collaborazione con il fumettista Stuart Hample per la striscia Inside Woody Allen, che racconta la vita (romanzata) del "personaggio" Woody Allen.

A fine 2004 la Bompiani ha deciso di pubblicare una nuova traduzione completa e fedele dei  classici di Woody Allen a cura di Daniele Luttazzi poiché le precedenti traduzioni, pubblicate 30 anni prima, erano una versione addomesticata per avvicinare il mondo surreale di Allen al pubblico italiano, abituato ad una comicità televisiva più leggera. Inoltre erano traduzioni lacunose, in cui mancavano interi racconti e molte battute erano state cassate, o sostituite da altre inventate dai traduttori.

Riconoscimenti

Nella sua carriera ha vinto 4 premi Oscar (tre alla sceneggiatura e uno per la regia) su 24 candidature, nessuno dei quali è stato ritirato da lui personalmente, 4 Golden Globes, 2 premi al Festival del cinema di Venezia e altri riconoscimenti.

1978 – Miglior regista per Io e Annie

1978 – Migliore sceneggiatura originale per Io e Annie

1986 – Migliore sceneggiatura originale per Hannah e le sue sorelle

2012 – Migliore sceneggiatura originale per Midnight in Paris

Golden Globe: 1985 – Migliore sceneggiatura per La rosa purpurea del Cairo

1986 – Migliore sceneggiatura per Hannah e le sue sorelle

2012 – Migliore sceneggiatura per Midnight in Paris

2014 – Golden Globe alla carriera

 

Festival del cinema di Venezia

1983 – Premio Pasinetti per Zelig

1995 – Leone d'oro alla carriera

Premio Goya

2005 – Miglior film europeo per Match Point

1985 – Premio FIPRESCI per La rosa purpurea del Cairo

Festival di Berlino

1975 – Orso d'argento per il miglior contributo artistico per la regia di Amore e guerra

1975 – Premio UNICRIT per Amore e guerra

2019 – Premio Fellini alla carriera

 

Doppiatori italiani

La voce italiana principale di Woody Allen è stata quella dell'attore Oreste Lionello, che lo ha doppiato in quasi tutti i suoi film, nonché negli spot pubblicitari e nelle interviste a partire dalla sua prima apparizione cinematografica in Ciao Pussycat (1965) fino a Scoop (2006).Le uniche eccezioni sono rappresentate da: Leo Gullotta in To Rome with Love, Gigolò per caso, Café Society - Gianfranco Bellini in James Bond 007, Casino Royale  Piero Tiberi in Che fai, rubi? - Oliviero Dinelli in King Lear - Giorgio Lopez ne I ragazzi irresistibili.  Nel giugno 2009 Allen inviò un video al Gran Premio del Doppiaggio in omaggio al suo doppiatore Lionello, scomparso pochi mesi prima.

 

Onorificenze - Premio Principe delle Asturie per l'arte — Oviedo,  2002


PRENDI I SOLDI E SCAPPA

durata 1h e 25m

Primo incontro giovedì 19 Ottobre 2023 con il primo film diretto, sceneggiato e interpretato da un giovanissimo Woody Allen nel 1969 in cui, con uno stile documentaristico, vengono narrate le vicende del giovane e goffo Virgil che, timido e votato alla sconfitta fin da piccolo, pensa di poter risolvere le difficoltà dell’esistenza prendendo la scorciatoia del crimine, intraprendendo quindi la carriera di rapinatore. Ben presto però anche in questo campo sarà per lui un susseguirsi di fallimenti con esiti comici esilaranti.

La narrazione si dipana scimmiottando le inchieste-verità della televisione (che a tutt’oggi sono ancora in larga voga) dedicate alla vita reale con le interviste dei personaggi coinvolti (qui i genitori di Virgil, il suo psicologo, il direttore del carcere, ecc.).

Si può dire dunque che il primo approccio alla regia avviene sotto l’insegna della più pura comicità, molto spesso surreale, con un susseguirsi ininterrotto di gag divertentissime.

Questo film appartiene alla prima fase del percorso artistico di Allen (insieme al Dittatore dello Stato libero di Bananas, a Che fai rubi?, a Provaci ancora Sam).

In seguito il suo umorismo assumerà toni più sofisticati e intellettuali e affronterà problemi esistenziali più profondi che rispecchiano quelli reali vissuti dall’autore.

Già qui però emerge la sua innata vis comica intrisa di una ironia amara e surreale che caratterizzerà, insieme alla figura dell’antieroe, gran parte della sua produzione cinematografica futura.

PROVACI ANCORA SAM 

Con  Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts - durata 1h e 25m

Giovedì 25 Ottobre 2023 secondo incontro  per i Soci dell' Università Terza Età Città di Gubbio con Provaci Ancora Sam, un film del 1972, il quarto di Woody Allen, quello che lo consacra al grande pubblico. 

Tratto da un’opera teatrale scritta dallo stesso regista, è il film in cui si delineano per la prima volta molti dei tratti dei personaggi futuri che descrivono il disagio esistenziale proprio dello stesso autore. Allen così riesce a dare voce a quella minoranza silenziosa con le sue idiosincrasie e la sua inettitudine ad affrontare la realtà. Mette in luce l’universo dell’uomo comune, dell’ebreo impacciato, teso sempre ad inseguire una vita che non comprende, ossessionato dalle medicine che non possono guarire la sua innata ipocondria. Il tutto condito con un umorismo segnato da una forte componente autoironica e dalla capacità di ridere di ogni cosa, per primi di se stessi.

Ecco quindi che il protagonista, per rispondere alla sua innata incapacità nell’affrontare le difficoltà della vita e di fronte ai suoi continui fallimenti, si rifugia nel personaggio cinematografico di Humphrey Bogart protagonista del mitico film Casablanca cercando di trasferire, naturalmente con esiti fallimentari, la sicurezza e la forte personalità del personaggio cinematografico nella vita di tutti i giorni.

A tutti noi sarà capitato da bambini di erigere una qualche figura del cinema o della storia a proprio idolo personale di cui imitare i gesti, le parole e gli atteggiamenti, fase poi superata con la crescita. Il personaggio di Woody Allen invece è rimasto a quello stadio e forse ci vuole ricordare che anche noi in qualche misura e in qualche circostanza ci siamo fermati lì.

Tutto il film ruota intorno alla figura di Sam, critico cinematografico lasciato drammaticamente dalla moglie e piombato in una profonda crisi psicologica che accentua a dismisura le sue innate paure ed incertezze, non ultima l’ipocondria. Egli quindi cerca di aggrapparsi idealmente alla figura del mitico, per lui, Humphrey Bogart senza però alcun esito positivo. In aiuto di Sam vengono due coniugi suoi amici che cercano di favorire il suo incontro con una nuova anima gemella, tutti tentativi che però daranno solo luogo a situazioni imbarazzanti e comiche. La storia poi prende una piega che qui è opportuno non rivelare ma nella scena finale del film, che riproduce esattamente il finale di Casablanca, il personaggio di Sam (W.A.) dimostra però di essere riuscito ad acquisire una personalità matura propria, svincolandosi finalmente dalla dipendenza del suo mito immaginario. 


MISTERIOSO OMICIDIO A MANHATTAN

Durata 105’ - Interpreti: Woody Allen, Diane Keaton, Angelica Houston

Giovedì 9 Novembre 2023 terzo incontro  per i Soci dell' Università Terza Età Città di Gubbio con Misterioso omicidio a Manhattan, un film del 1993, scritto, diretto ed interpretato da Woody Allen, il suo 23esimo lavoro. 

E’ un film che Allen costruisce facendo una commistione di generi, da un lato abbiamo un giallo classico metropolitano (come quelli per intenderci di Raymond Chandler e Samuel Hammet, già trasposti nel cinema, come Il mistero del falco e Il grande sonno, entrambi interpretati da Humphrey Bogart) dall’altro una commedia brillante imperniata sulla coppia Woody Allen (Larry Lipton) e Diane Keaton (Carol).

Rotto il rapporto con Mia Farrow, la pellicola segna il ritorno di Diane Keaton da protagonista in un lavoro di Allen. E’ un film che vuol essere anche un omaggio  al cinema noir del passato, dalla Fiamma del peccato di Billy Wilder (film preferito da Allen da adolescente) ai capolavori di Hitchkock (La finestra sul cortile, La donna che visse due volte, ecc.).

La vicenda narra di una coppia newyorkese, Larry e Carol, che una sera conosce una coppia più anziana, i coniugi House, con la quale stringe amicizia. Una notte però la donna della coppia più anziana viene trovata morta e la diagnosi stilata parla di infarto. Carol, spirito libero e sempre disposta a nuove esperienze contrariamente a lui, carattere incerto e timoroso, si intestardisce nel supporre che la donna sia stata in realtà uccisa dal marito, convinzione assolutamente non condivisa da Larry.

Il film prosegue con le indagini dal risvolto a volte comico intraprese da Carol e con Larry che invece cerca di dissuaderla in tutti i modi, dando vita a scenette tra marito e moglie assolutamente divertenti.

Lo spettatore è così trascinato su questa altalena oscillante tra la suspence del giallo e il divertimento e la risata propri di una commedia brillante arricchita per di più dalle battute fulminanti di Allen. Questa alternanza di generi quindi ha il pregio di rendere il film assolutamente originale e godibilissimo.

RIFLESSIONE FILOSOFICA sull’aspetto della banalità del male

Sebbene possa sembrare a prima vista una commedia leggera, Misterioso Omicidio a Manhattan è invece anche un film dal profondo significato filosofico. In un certo senso Woody Allen riprende in chiave ironica il concetto arendtiano della «banalità» del male.

Come è noto la filosofa tedesca Hannah Arendt elaborò questa nozione quando assistette al processo intentato contro Adolf Eichman, uno dei principali architetti della Endlösung der Judenfrage, la famigerata «soluzione finale alla questione ebraica». Durante il dibattimento apparve chiaro ad Arendt che quell’uomo, macchiatosi di orrendi crimini, non sembrava matto, né diverso da noi. Anzi, in un certo senso appariva abbastanza comune.

Anche nel caso di Paul House (interpretato dall’attore Jerry Adler) ci troviamo dinnanzi ad un individuo al di sopra di ogni sospetto il cui maggiore interesse è quello di collezionare francobolli. Ed è forse proprio attraverso questo suo conformismo che riesce a ingannare la polizia e il vicinato nascondendo a tutti la sua natura di marito infedele nonché di duplice omicida.

All’interno di una società come quella contemporanea in cui vige l’anonimato il «mostro», tranne alcuni rari casi, non è più un individuo caratterizzato da malattie mentali tali da renderlo riconoscibile agli occhi di tutti ma può benissimo nascondersi dietro il proprio vicino di casa. Insomma non esistono solo serial killer, ma anche noiosi borghesi possono rivelarsi dei crudeli assassini.

Interessante è anche la contrapposizione fra i due protagonisti: il marito, un monotono agente editoriale legato alla propria routine ed ancorato alle proprie certezze, e la moglie che cerca invece di immedesimarsi nel ruolo del detective per rompere la ripetitività della vita coniugale. Sembrano essere la metafora dei due volti dell’individuo contemporaneo che da una parte ama la sicurezza ma dall’altro è sempre alla ricerca di nuove esperienze. Per concludere Misterioso Omicidio a Manhattan di Woody Allen è una pietra miliare nella storia del cinema che riesce ad unire con grande ironia una frizzante commedia giallo rosa e un profonda riflessione sul mondo moderno. 

LA MALEDIZIONE DELLO SCORPIONE DI GIADA

Giovedì 16 Novembre 2023 quarto incontro  per i Soci dell' Università Terza Età Città di Gubbio con La maledizione dello scorpione di giada, un film del 2001, divertente e raffinato, scritto, diretto e interpretato da Woody Allen (Briggs), con Helen Hunt (Betty Anne Fitzgerald), David Ogden Stiers (mago Voltan) - durata 103’

Nel film è preponderante il tema dell’illusionismo e dell’occultismo (a tale proposito va ricordato che W.A. da giovanissimo mostrò uno straordinario talento nei giochi di carte e nei trucchi di magia),  passione che ricorrerà spesso nelle sue opere.

Questo aspetto dell’illusionismo è impersonato da un sedicente mago, Voltan, che ipnotizza le persone con un ciondolo di giada a forma di scorpione. Briggs (W.A.) è un impacciato ma efficace investigatore di una società di Assicurazioni specializzato nello smascherare le truffe perpetrate ai danni dell’azienda di cui è dipendente. L’arrivo di una nuova e giovane dirigente del suo settore (che è anche l’amante del suo capo) che vuole, per renderlo più razionale ed efficiente, sconvolgere il sistema di lavoro fin qui seguito dal detective, lo fa precipitare in una grave crisi suscitando in lui anche sentimenti animosi nei confronti della nuova arrivata.

L’occhio di Allen quindi si rivolge sia al ruolo delle donne che scalano i gradini della società fino a ricoprire ruoli importanti di dirigenza, sia a scrutare i problemi connessi con le innovazioni all’interno dei dipendenti di un’azienda.

Il contrasto tra i due personaggi è il tema dominante della prima parte del film dando luogo a un confronto dialettico fatto di gustosi battibecchi infarciti dalle solite battute fulminanti di Allen. La vicenda poi prosegue sui binari dell’ipnotismo eseguito dal mago sui due personaggi che darà luogo sia a situazioni di stampo poliziesco (parodia dei noir anni ’40) sia di divertente commedia brillante dal meccanismo comico perfetto. L’ipnosi permette però ai personaggi di rivelare anche i propri sentimenti e i propri istinti più nascosti. Woody così torna sui temi che gli sono più cari e ci ricorda che sempre, ma forse oggi più che mai, tra uomini e donne il gioco della complessità dei sentimenti passa attraverso la dissimulazione.

SCOOP

Genere: commedia, giallo,fantastico. Durata 96’.

Personaggi ed interpreti: Sid Waterman: Woody Allen - Sandra Pransky: Scarlett Johansson - Peter Lyman: Hugh Jackman - Joe Strombel: Ian McShane

Scoop è un film del 2006 anch’esso scritto, diretto e interpretato da Woody Allen e, come Misterioso omicidio a Manhattan, è caratterizzato da una commistione di generi presentandosi sia sotto le forti tinte di un racconto giallo che sotto le caratteristiche proprie di una divertente commedia infarcita delle scoppiettanti battute di un W.A. nelle vesti di un illusionista da strapazzo (Sid Waterman) interpretato da Woody Allen.

Il titolo Scoop prende il nome da quel colpo giornalistico esclusivo e clamoroso che tutti i giornalisti del mondo sognano di fare, inserendosi anche in quel filone di giornalismo investigativo così tanto in uso in America (si pensi ai due giornalisti del Washington Post che, con le loro indagini, diedero origine al famoso scandalo del Water Gate che costò la poltrona al presidente Nixon). In questo film poi Allen introduce un ulteriore elemento e cioè quello dell’occultismo e del paranormale così caro all’ autore (vedi Il mistero dello scorpione di giada e Magic in the moonlight) sfociando poi anche nel campo del sovrannaturale e del macabro con la sequenza della morte che traghetta le anime dei defunti nell’ aldilà.

Un breve cenno alla trama: un famoso giornalista (Joe Strombel) muore all’improvviso portando con sé il segreto di una notizia clamorosa circa l’identità (un insospettabile nome dell’alta società londinese) del famigerato serial killer di prostitute denominato il Killer dei Tarocchi in quanto usa lasciare sulla scena del delitto una carta dei tarocchi. E’ tanto il desiderio di rivelare la notizia che il defunto riesce, ingannando la morte, a ritornare per brevi istanti tra i vivi e a rivelare la notizia, buona per un formidabile scoop, a una giovane aspirante giornalista (Sandra Pransky) impersonata da Scarlett Johansson. Inizia così una frenetica indagine da parte della ragazza per raccogliere le prove atte a supportare la rivelazione del morto. Aiuta la ragazza in questa ricerca lo sprovveduto mago da quattro soldi  Splendini (W.A.) che aveva propiziato suo malgrado l’incontro tra la giovane e il defunto giornalista. La vicenda quindi si dipana oscillando tra i toni cupi di un giallo classico e le situazioni comiche propiziate dall’improbabile mago.

Protagonista femminile è una bella e sensuale Scarlett Johansson con la quale Allen aveva già girato il film Match Point che succede come musa dell’autore a Diane Keaton e a Mia Farrow, anche l’ambientazione è la stessa Londra del film sopra citato.

Scoop è un film che sta a dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, l’inventiva assolutamente originale di quel genio del cinema che è W.A. Questo film è, come già detto e come altre volte, una commistione di generi, da quello dell’occulto e del macabro, a quello del giallo, a quello della commedia brillante. Il tutto mischiato in un insieme dall’equilibrio perfetto che fa passare lo spettatore da uno stato all’altro con assoluta leggerezza e godibilità.

MATCH POINT  

Match Point, la locuzione è mutuata dal gergo tennistico, un film del 2005 scritto e diretto da Woody Allen, è considerato dalla critica uno dei suoi migliori lavori.

Interpreti e personaggi: Jonathan Rhys Meyers: Chris Wilton - Scarlett Johansson: Nola Rice - Emily Mortimer: Chloe Hewett Wilton - Matthew Goode: Tom Hewett. 

Durata 124’ 

Il film è il primo che il regista gira fuori dagli Stati Uniti e dalla sua amata New York, infatti è ambientato a Londra e come interprete femminile Allen sceglie Scarlett Johansson, attrice con la quale girerà successivamente anche Scoop, terza sua musa dopo Diane Keaton e Mia Farrow.

Questo film si discosta da quelli fin qui visti sia perché non lo vede più come interprete protagonista sia perché l’autore abbandona del tutto il tema della commedia, sia pure intrecciata con altri generi come il thriller e il giallo, per percorrere la via del dramma intriso di considerazioni esistenziali sulla condizione umana. A questo filone appartengono anche altri film come Interiors, La ruota delle meraviglie, film che non è azzardato accostare ai drammi di Tennessee Williams.

E’ questo un film molto complesso che dà allo spettatore svariati spunti di riflessione in quanto numerosi sono i temi trattati da Allen. Primo fra tutti quello del caso che, ci dice l’autore, essere l’unico vero arbitro che condiziona le vicende umane e che stabilisce le sorti del nostro destino.  Emblematica, a questo proposito, è la sequenza iniziale dove viene inquadrata una pallina da tennis che viaggia da una parte all’altra del campo ma che ad un certo punto picchia sul nastro della rete si impenna e resta per un attimo sospesa nell’aria e solo il caso deciderà se farla ricadere in una parte del campo oppure nell’altra attribuendo così il punto ad un giocatore oppure al suo avversario, scena questa che si ripresenterà nella parte finale del film, metafora del caos imperscrutabile che governa il mondo.

Ma oltre a questo tema nel film vengono affrontati altri aspetti di ordine sociologico e filosofico: dalle disparità sociali di un mondo regolato solo dalle spietate leggi del denaro, al desiderio che questa disparità innesca di una scalata sociale fatta con ogni mezzo, al di sopra di ogni considerazione etica e morale, fino al tema dell’assoluta forza di una passione irrefrenabile che può portare però a conseguenze estreme non escluso il crimine.

Nella costruzione dell’intreccio Allen non esita a prendere spunti da fonti letterarie e cinematografiche: da Delitto e Castigo di Dostoevskij (che il protagonista sta leggendo all’inizio del film) a Una tragedia americana di Theodore Dreiser (che aveva già ispirato il film Un posto al sole, vincitore di tre premi Oscar con Montgomery Clift, Elisabeth Taylor e Shelley Winters, oggetto anche di uno sceneggiato televisivo degli anni Sessanta) fino al romanzo Bel Ami di Guy De Maupassant e allo stesso Crimini e misfatti di Allen.

Nel film viene descritto magistralmente il mondo della ricchissima borghesia londinese pervasa di patinata ipocrisia, mondo che suscita una tentazione fortissima per una arrampicata sociale (usando tutti i mezzi, anche quello di approfittarsi sentimentalmente di un’ingenua ragazza di quel mondo) da parte di un cinico e avido ultimo arrivato. Descritto però quest’ultimo, da un’abile sceneggiatura, con toni tali da catturare la simpatia e la comprensione del pubblico che non può fare a meno di parteggiare per lui come rappresentante timido ed educato di una classe emarginata che cerca di prendersi un riscatto nei confronti di un mondo di ostentata ed opulenta ricchezza.

Il personaggio però non ha messo in conto le tentazioni di una passione incontrollabile che lo porterà, ben consapevole di questo ma altrettanto impotente ad opporvisi, alle conseguenze più tragiche. A questo punto, però,  subentra il caso come onnipresente ed insindacabile arbitro del destino e della vita degli uomini: conseguentemente a ciò viene trattato anche il tema della colpa e del rimorso. Allen in conclusione sembra dirci che non esiste nessuna  “giustizia divina” e che al delitto non segue necessariamente il castigo se non quello dettato dalla nostra coscienza con il rimorso che resta forse quale unica pena del colpevole per cui non c’è alla fine felicità nel delitto.

Questa è certamente una delle opere più interessanti, complesse e riuscite della straordinaria carriera di Allen in cui l’autore sembra scavare nelle profondità dell’animo umano fino a calarsi nell’abisso delle sue passioni più torbide e inconfessabili.

CHIUSURA CORSO CINEFORUM

Al termine della visione del film "Match point" i partecipanti hanno condiviso un piacevole momento conviviale animato da vivaci scambi di idee sul percorso fatto insieme alla scoperta del mondo di Woody Allen, visibilmente entusiasti e soddisfatti.

Si ringrazia l'ing. Cesare Quondam Marco per la competenza e la disponibilità dimostrate nel coinvolgeregli spettatori.

CONSEGNA ATTESTATI CINEFORUM WOODY ALLEN

Mercoledì 10 gennaio 2024 alla presenza dell'Assemblea dei Soci dell'Università Terza Età Città di Gubbio sono stati consegnati  dal curatore Ing. Cesare Quondam Marco gli attestati di partecipazione al Cineforum sui film di Woody Allen, con molta soddisfazione per l'attività svolta che ha costituito un significativo momento di crescita culturale e di socializzazione. I partecipanti che hanno ricevuto l'attestato sono:

Baldinelli Gemma, Baldinelli Luciana, Caporicci Daniela, Cardinale Maria Luigia, Carletti Ivana, Ciampoletti Serenella,  Ghiandoni Francesco, Ghigi Giovanna Lidia, Manuali Manuela, Mariotti Daniela, Martini Adriana, Martini Sandra, Menichetti Enrica, Menichetti Giuseppa, Meniconi Raimondo, Minelli Assunta, Olivieri Carlo, Panfili Rita, Pascolini Cesarina, Patrizi Vera Patrizia, Pierini Bianca Maria, Rogari Raffaella, Sadowski Eileen.