Nobile Banchetto

 da lo Medieval Costume

Il "Nobile bachetto da lo medieval costume" 

ha avuto luogo il 28 Maggio 2015 nella splendida cornice del Ristorante Castello di Cortevecchio.

L'evento, a cui ha partecipato un folto numero di Soci,  ha concluso degnamente l'anno accademico 2014/2015. Ha richiesto un notevole sforzo organizzativo ma, l'entusiasmo con cui tutti hanno dato il proprio contributo ha ripagato ogni sforzo. Le "Madonne" che hanno animato la performance, la proprietaria del Ristorante Signora Maria Luigia Cardinale, il direttore Signor Franco Pinna, la cuoca Signora Graziella, lo Scalco, le ancelle che hanno servito il pranzo e infine l'ideatrice  e curatrice Luciana Baldinelli, tutti hanno dato il meglio di sè e tutto si è svolto con il migliore dei risultati.

Lo Nobile Maniero

L' "Hotel e Residence Castello Cortevecchio", situato a 10 chilometri da Gubbio, nella frazione Nogna, immerso in un parco secolare,  è Il superbo maniero risalente al 1200 che ha fatto da  maestosa cornice alle danze, alle poesie, alle musiche che hanno animato il convito e il pranzo a tema.

La padrona di casa e Socia, Signora Maria Luigia Cardinale,  a cui va il caloroso  ringraziamento dei Soci dell'Università della Terza Età Città di Gubbio, con sollecitudine e professionalità ha predisposto  il necessario per creare l'atmosfera adatta all'evento curando, insieme con i suoi preziosi collaboratori, ogni particolare che contribuisse a ricreare l' atmosfera di un convito medievale.

VAI a  "Hotel e Residence Castello Cortevecchio"           

Accoglienza e lavaggio delle mani co' la profumata acqua de l' acquamanile

Davanti all’ ingresso del ristorante, guidate da Madonna Luciana dei Baldinelli, ecco le Madonne che  provvedono all' "ACCOGLIENZA" degli Ospiti:  

Daniela dei Mariotti, Giovanna dei Gori, Giovanna dei Vergari, Matilde dei Lo Gatto, Patrizia dei Patrizi, Serenella dei Barbetti, Vera dei Angeletti. 

Le Madonne invitano gli Ospiti ad avvicinarsi  e procedere con la cerimonia del  LAVAGGIO DELLE MANI, per la quale hanno predisposto tutto il necessario: pregiati acquamanili  (brocche) con acqua profumata da fiori di campo dai mille colori e ginestre, eleganti catini decorati, preziosi asciugamani di tela di lino. 

Invito a lo desinare


Inizia l'ATTESA del CONVITO rallegrata da un singolare  APERITIVO con Pancristiano de lo ospite, olive co lo finocchio e scorza de arancia e Chiaretto alle spezie. 


Quindi  Le Madonne distribuiscono  le brochure con "Lo Desinar" ( il  MENÙ).


Di seguito "L'invito a lo desinare" letto da Madonna Patrizia e Madonna Matilde.


APPARECCHIATEVI orsù Signori, che s’apparecchia il desco!

Ch’ogni invitato gusti l’antichi sapori di verdure, formaggi, carni, il tutto fresco!

Et insiem collo gusto si trastulli l’odorato, certo, ma anco la vista et l’udito!

Ché quivi ogn’artista lo suo genio ha messo a disposizione

per far sì che ognun abbia soddisfazione! 


E si ricordi al termine dello desinare di non tornare  via presto  alla propria dimora

per lo motivo che allegreranno la brigata  con musiche, danza e poesie le  nobili damigelle di Madonna Luciana che con piacer nomar vi voglio:

Madonna Daniela dei Mariotti, Madonna Giovanna dei Gori, Madonna Giovanna dei Vergari, Madonna Matilde dei LoGatto, Madonna Vera Patrizia dei Patrizi, Madonna Serenella dei Barbetti, Madonna Vera dei Angeletti.

  

A seguir, lo BRINDISI DI COMMIATO da bere tutto d’un fiato

col buono e speziato Ippocrasso de lo Superbo Oste de lo Castello de Cortevecchio.

  

E se il tutto avete gradito, vogliateci un po’ di bene….. e il tutto sarà finito!

Menù - "Lo desinar e tutte le cose che se fanno"


Attesa al Ristorante 

e lavar le mano co’ la profumata acqua de l’acquamanile

     Chiaretto alle spezie  cum olive al finocchio selvatico et scorza de arancia,  pancristiano de lo hospite


Primo servizio de credenza

Il Tagliere de’ formaggi et affettati speziati  con leccornia de miele de acacia et de castagno

Le Frictate  de gusti vari: la rognosa cum trito de porco et la profumata de cipolle

Le Cresce co’ li  ripieni

Lo Brustengo co’ lo capocollo

Li Crostini de pane nero co’ li fegatini, lo  lardo et  lo sapore de tartufo

Prugne e pancetta

La bona frutta et le bone  verdure fricte: le mele, li fiori de acacia, la salvia et  la cipolla

Tutto accompagnato da bono vino Chiaretto speziato


Primo servizio de cucina

L’Imbrecciata de ceci, cicerchie, farro et  lenti co’ li aromi de l’orto

Le belle et bone Margherite de ricotta e de zucchine col profumo de timo e la cascata de le verdure


Secondo servizio de cucina

Lo Cormary francesco ovvero lo maialino da latte arrosto co’ lo finocchio selvatico, lo rosmarino et lo ginepro


Intermezzi

La Bagiana de fave co’ la  cipolla, le bietole et bona pancetta

La Verdura  mista de lo campo cotta

 

Secondo servizio de credenza

La Ricciolina co’ la  frutta secca: le  mandorle, le noci,  le gulane

Lo Certosino de la nonna co’ la crema, pinoli et profumo de vaniglia et limone

La Torta de bone mele et cannella


Bona Cantina

Lo bere de la Casa:

 lo vino chiaro et scuro de lo Superbo Oste, Chiaretto et  Ippocrasso a le spezie, bona et fresca acqua

La locandina del "Nobile Banchetto da lo Medieval Costume"

Le Musiche dal Medioevo:  "Alla Corte di Federico"

Il Nobile Banchetto è rallegrato da Musiche medievali raccolte in un CD appositamente realizzato per l'evento.

Clicca sulla figura e ascolta il brano

Prima del "Secondo servizio de cucina", Madonna Luciana introduce il "Testamentum Porcelli" ovvero "L'elogio del maiale".


<<  Ora la nostra cuoca Graziella ci delizierà con il "Cormary francesco" ossia il maialino arrosto alla moda francese riccamente condito e profumato con spezie, ginepro e rosmarino.

Il nostro Scalco, ossia il maestro di tavola, come in ogni banchetto che si rispetti, lo taglierà e lo servirà ai commensali sotto la direzione del Maestro di casa (maggiordomo) Messer Franco. 


Ma prima di gustare questa delizia, tesseremo l’ "Elogio del maiale" con il "Testamentum Porcelli" letto da Madonna Vera dei Angeletti. >>


VAI a "Testamentum Porcelli" per leggere il testo e notizie sull'argomento, cliccando QUI !!!!!

Invito alla festa e al brindisi 

Madonna Patrizia invita alla festa e al brindisi 

 

<< Orsù signori, nobili Madonne e valorosi Messeri!

Ormai che lo desinare nostro è terminato

apprestiamoci verso il verde prato

là dove la vista e l’udito vostro saranno allietati

da Madonna Luciana e da tutto il corteggio de le damigelle sue!!! 

 

Allo termine delle musiche e delle danze e della poesia

il brindisi festoso ci sollazzerà il palato

col dolce ippocrasso, vino dai mille sapori di spezie fini,

che sarà degna corona alla festa nostra

e alla amicizia che tutti insiem ci lega!!!

 Apprestiamoci!!! >>

Introduzione del tema della festa: "Primavera e Amore"

Al termine del banchetto il corteggio delle Damigelle di Madonna Luciana è pronto per allietare gli ospiti con musiche, danze e poesia.

Madonna Luciana introduce il tema della festa.

< Siamo nel mese di maggio, il mese in cui la natura è nel pieno del suo rigoglio primaverile, il mese dell'amore.

Un tempo si usava festeggiare questo mese in modo molto intenso e ancora oggi lo testimoniano feste come quella del Calendimaggio o anche quella dei nostri stessi Ceri che, pur avendo una connotazione religiosa, traggono spunto dalle antiche feste di primavera.

 La Primavera e l'Amore saranno il tema della nostra festa! >

Benvenga Maggio

Le Damigelle entrano nella sala del banchetto al suono della musica "Alla corte di Federico" e con in mano le ceste in cui sono contenute le pergamene con la Ballata "Benvenga Maggio" che distribuiscono agli ospiti. 

Quindi leggono la ballata di Angelo Ambrogini detto Poliziano (1454-1494), che operò alla corte dei Medici a Firenze,  “Ben venga Maggio/ e ‘l gonfalon selvaggio”, che ci offre l'esempio di un brano in cui poesia, canto e danza celebrano il Calendimaggio ovvero la festa del primo Maggio che, durante il Medioevo ed il Rinascimento, sanciva il ritorno della primavera ed il rifiorire della natura. 

Era tempo di Piantare il maio, (il "gonfalon selvaggio" come viene chiamato dal Poliziano), cioè il ramo fiorito preso dal bosco, sulla porta della donna amata; nella piazza si innalzava il palo del maggio e attorno ad esso si intrecciavano le danze o si tenevano brevi rappresentazioni teatrali, chiamate "maggi".

La canzone veniva cantata in una sorta di sacra rappresentazione processionale con tanto di carro addobbato, ovvero il "Trionfo di Amore" che poteva essere un cupido alato o un Sir d'Amore; il coro delle fanciulle durante le soste nelle piazze cantava "Ben Venga Maggio…" ballando in tondo.

Se vuoi leggere il testo clicca qui:

“BENVENGA MAGGIO” -  La ballata di Angelo Ambrogini detto Poliziano (1454-1494)

  Ritornello:   BEN VENGA MAGGIO   E ‘L GONFALON SELVAGGIO 


Ben venga primavera

che vuol l'uom s'innamori: 

e voi, donzelle, a schiera 

con li vostri amadori, 

che di rose e di fiori, 

vi fate belle il maggio 

venite alla frescura 

delli verdi arbuscelli. Ritornello 


Ogni bella è sicura 

fra tanti damigelli, 

ché le fiere e gli uccelli 

ardon d'amore il maggio. 

Chi è giovane e bella

deh non sie punto acerba,

ché non si rinnovella

l'età come fa l'erba;

nessuna stia superba

all' amadore il maggio

Ciascuna balli e canti 

di questa schiera nostra. Ritornello 


Ecco che i dolci amanti 

van per voi, belle, in giostra: 

qual dura a lor si mostra 

farà sfiorire il maggio.

Per prender le donzelle 

si son gli amanti armati. 

Arrendetevi, belle,

a' vostri innamorati, 

rendete e cuor furati, 

non fate guerra il maggio! Ritornello 


Chi l'altrui core invola

ad altrui doni el core.

Ma chi è quel che vola?

è l'angiolel d'amore,

che viene a fare onore

con voi, donzelle, a maggio. Ritornello 


Amor ne vien ridendo

con rose e gigli in testa,

e vien di voi caendo.

Fategli, o belle, feste.

Qual sarà la più presta

a dargli el fior del maggio? Ritornello 

 

-Ben venga il peregrino.

-Amor, che ne comandi?

-Che al suo amante il crino 

ogni bella ingrillandi,

ché gli zitelli e grandi

s'innamoran di maggio. Ritornello 


PARAFRASI DEL TESTO

Ben giunga la primavera, con l'uomo innamorato: e voi, o fanciulle, in fila con i vostri pretendenti, che con rose e fiori vi fate belle a Maggio

rinfrescatevi sotto dei verdi alberelli. Ogni fanciulla è tranquilla tra tanti innamorati, perché le belve e gli uccelli ardono d'amore a Maggio.

 Chi è giovane e bella non deve essere ritrosa, perché la sua età non si rinnova, come fa l'erba; nessuna sia superba con l'innamorato a Maggio.

 Ciascuna balli e canti del nostro gruppo. Ecco che i dolci amanti per voi vanno, o belle fanciulle, al torneo: chi è ritrosa fa sfiorire Maggio.

Per prendere le donzelle gli amanti si sono armati. Arrendetevi, o belle, ai vostri innamorati, rendete i cuori rubati e non fate guerra a Maggio.

 Chi ruba il cuore altrui, ad altro doni il cuore. Ma chi è quello che vola? è l'angelo dell'amore, che vi onora, o donzelle, a Maggio.  

Amore giunge ridendo con gigli e rose in testa, e vi cerca. Fategli, o belle, la festa. Quale sarà la più pronta a dargli il fiore a Maggio?

Ben giunga Amore. Amore cosa comandi? Che ogni bella inghirlandi i capelli del suo amante, che i ragazzi e gli adulti si innamorino a Maggio.

In taberna quando sumus - dai "Carmina Burana"

Per invitare gli ospiti al brindisi, le Madonne Patrizia, Serenella, Daniela, Giovanna dei Vergari e Vera declamano "In taberna quando sumus",  testo tramandato dai "Carmina Burana".

I Carmina Burana costituiscono un corpus di testi poetici medievali dei secoli  XI e XII, prevalentemente in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato, il Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus, proveniente dal monastero di Benediktbeuern ( Beuron, l'antica Bura Sancti Benedicti, fondato attorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera). Il codice è custodito nella Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera. In totale i testi sono 228.

Nel 1937 il compositore tedesco Carl Orff (1895/1982)  musicò alcuni brani dei Carmina Burana, realizzando l'opera omonima. Orff scelse di comporre una musica nuova, sebbene nel manoscritto originale fosse contenuta una traccia musicale per alcuni dei brani.

Il testo proposto è conosciuto come "Il canto dei Bevitori", è un canto goliardico, proprio degli studenti di allora, i "clerici vagantes". Nel Medioevo spesso giravano per borghi e contrade gruppi di giovani studenti che intonavano canti profani, suonati e danzati, detti "cantilene", Queste allegre "brigate" erano per la verità piuttosto turbolente, inclini a dar vita a violente risse anche per futili motivi.

Nei loro canti questi studenti, detti "clerici vagantes", rovesciavano i valori costituiti, abolivano le regole e le inibizioni ed erano i primi a darsi al bere e ai divertimenti.

Nel canto che viene recitato c'è l'elogio del bere e del gioco d'azzardo; il bere è il mezzo per rendere tutti uguali, rovescia le gerarchie sociali, il gioco d'azzardo è il mezzo per scongiurare la miseria.

Le taverne erano considerate a quell'epoca dei luoghi di malaffare a causa dei loro frequentatori: vagabondi, studenti, meretrici e soprattutto giocatori d'azzardo, gioco per altro vietato perchè occasione di frode e bestemmie.

Con una forte carica dissacratoria c'è la "litania a Bacco" in cui si inneggia a Bacco dio del vino e dell'ebbrezza, e si fa la parodia dei testi liturgici propri della Messa. Nella canzone, in un crescendo di concitazione, tutti sono travolti e accomunati dal piacere del bere.

Ecco il ritornello che scandisce i vari momenti del canto.


Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus. Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla.

Per leggere il testo e la traduzione, clicca qui

IN TABERNA QUANDO SUMUS - Carmina Burana

Ritornello

 Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus. Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla.

In taberna quando sumus 

Non curamus quid sit humus

Sed a ludum properamus

Cui semper insudamus Ritornello


Quid agatur in taberna

Ubi nummus est pincerna

Hoc est opus ut queratur

Si quid loquar, audiatur Ritornello


Quidam ludunt, quidam bibunt

Quidam indiscrete vivunt

Sed in ludo qui morantur

Ex his quidam denudantur Ritornello


Quidam ibi vestiuntur

Quidam saccis induuntur

Ibi nullus timet mortem

Sed pro Baccho mittunt sortem Ritornello


Primo pro nummata vini

Ex hac bibunt libertini

Semel bibunt pro captivis

Post hec bibunt ter pro vivis Ritornello


Quater pro Christianis cunctis

Quinquies pro fidelibus defunctis

Sexies pro sororibus vanis

Septies pro militibus silvanis Ritornello


Octies pro fratribus perversis

Nonies pro monachis dispersis

Decies pro navigantibus

Undecies pro discordaniibus Ritornello


Duodecies pro penitentibus

Tredecies pro iter agentibus

Tam pro papa quam pro rege

Bibunt omnes sine lege  


Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus

Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla


Bibit velox, bibit piger

Bibit albus, bibit niger

Bibit constans, bibit vagus

Bibit rudis, bibit magnus Ritornello


Bibit pauper et egrotus

Bibit exul et ignotus

Bibit puer, bibit canus

Bibit presul et decanus

Bibit soror, bibit frater

Bibit anus, bibit mater

Bibit ista, bibit ille

Bibunt centum, bibunt mille Ritornello


Parum sexcente nummate

Durant, cum immoderate suffice

Bibunt omnes sine meta

Quamvis bibant mente leta!

Sic nos rodunt omnes gentes

Et sic erimus egentes

Qui nos rodunt confundantur

Et cum iustis non scribantur. Ritornello


TRADUZIONE

e ripartizione della lettura tra le Madonne Patrizia, Serenella, Daniela, Giovanna dei Vergari e Vera.

QUANDO SIAMO alla TAVERNA 

Ritornello

Beve la signora, beve il signore,

beve la milizia, beve il clero,

beve questo, beve quella,

beve il servo con l’ancella.

1 - Madonna PATRIZIA

Quando siamo all'osteria,

non ci curiamo più del mondo,

ma al gioco ci affrettiamo,

al quale ognora ci accaniamo.

Che si faccia all’osteria,

dove il soldo fa da coppiere

questa è cosa da chiedere,

e sentite ciò che vi dirò: 

Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla.


2 - Madonna Serenella dei Barbetti

C’è chi gioca, c’è chi beve,

c’è chi vive indecentemente.

e tra quelli che muoiono per il gioco, 

c’è chi viene denudato,

chi al contrario si riveste,

chi di sacchi si ricopre .

Qui nessuno teme la morte,

ma per Bacco gettano la sorte .

Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla.

3 - Madonna DANIELA

Litania a Bacco

Per primo si beve a chi paga il vino,

poi bevono i libertini.

poi si beve una volta per i carcerati,

e tre volte per chi è vivo,

quattro volte per i cristiani,

e cinque per i fedeli defunti,

sei per le brave donne ,

sette per i cavalieri erranti ,

otto per i fratelli traviati ,

nove per i monaci vaganti ,

dieci per i naviganti,

undici per i litiganti,

dodici per i penitenti,

tredici per i partenti.

Per il papa e per il re 

tutti bevono senza regole.

Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus. Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla.


4 - Madonna VERA

Beve il lesto, beve il pigro,

beve il bianco, beve il nero,

beve il fermo, beve il vago ,

beve il rozzo, beve il raffinato,

beve il povero e il malato,

beve l’esule e lo straniero ,

beve il bimbo e l’anziano,

beve il vescovo e il decano ,

beve la suora, beve il frate, 

beve la nonna, beve la mamma,

beve questa, beve quello, 

bevon cento, bevon mille.

Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus. Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla.


5 – Madonna GIOVANNA dei VERGARI

Poco 600 denari durano

se, senza freno e senza fine tutti bevono

ma ciascuno beve in allegria!

Così tutti ci disprezzano

e noi siamo sempre al verde!

Ma chi ci disprezza sia punito

e non sia ricordato tra i giusti.

Bibit hera, bibit herus

Bibit miles, bibit clerus. Bibit ille, bibit illa

Bibit servus cum ancilla.


Ed ora ciascuno beva in allegria !!!!!!!

In taberna quando sumus

Clicca sulla figura e ascolta il brano 

Danze: Ballata, Stingo e Saltarello col fiocco

La festa leggiadra è animata dalle allegre danze, che intercalano le musiche e la poesia.

Le fonti per conoscere la danza in Europa durante il Medioevo sono limitate e frammentarie; qualche raffigurazione in dipinti e miniature e qualche allusione sparsa nei testi letterari ci aiutano a ricostruirle in modo piuttosto sommario. 

In Italia, le prime descrizioni dettagliate della danza, infatti, risalgono appena al 1450, dopo l'inizio del Rinascimento.

E' certo comunque che  il ballo di corte e la danza popolare avevano profonde differenze: le danze popolari erano corali, di gruppo, quelle di corte presentavano invece  coreografie con poche persone. Il contatto fisico, secondo l’ideale di amor cortese, veniva fortemente limitato e spesso ci si limitava alla sola unione delle mani.

Nel nostro convito presentiamo tre danze: la "Ballata", lo "Stingo" e il "Saltarello con fiocco", magistralmente interpretate dalle nostre Madonne: Giovanna dei Gori, Giovanna dei Vergari, Luciana, Matilde, Serenella e Vera.

Ballata

Guarda il Video cliccando sulla figura

00011.mp4

Conosciuta come "ballo tondo o ruota", era molto diffusa sia tra il popolo che la eseguiva all'aperto (ridda) sia nelle corti feudali. Era quasi sempre danzata da sole donne e seguiva uno schema preciso che si ripeteva: " mezzo giro a sinistra, mezzo a destra, uno intero a sinistra, poi di nuovo mezzo giro a sinistra, mezzo a destra, infine uno intero a sinistra".

Stingo 

Guarda il video cliccando sulla figura

Video_Stingo.mp4

Di epoca più tarda, passò lentamente da danza di corte e danza popolare, è di origine celtica. I passi e le figure sono numerosi e molto variegati, ma non presentano particolari difficoltà, eccetto il passo "saltato" che conclude ciascuna figura.

Saltarello col fiocco

Guarda il Video

00019Saltarello.mp4

E' una danza allegra, in tondo, si avvale di nastri colorati che vengono fatti ondeggiare dalle danzatrici  in modo molto coreografico.

Ricette dal Medioevo: Pancristiano de lo Hospite, Ippocrasso e Chiaretto

Pancristiano del lo hospite  

Durante l'Attesa al Ristorante è stato servito un Aperitivo in cui era presente il "Pancristiano de lo hospite" di cui ecco la ricetta.

Durante il Medioevo si offriva ai tanti pellegrini che percorrevano la via Romea o la via Francigena. La gente di buon cuore usava sfamare i viandanti con un piatto che veniva chiamato Pancristiano, in quanto pane donato in nome della carità di Cristo. Il Pancristiano, chiamato anche Pane Santo, altro non è che una fetta di pane raffermo, passata prima nel latte, per far sì che il pane si ammorbidisca, poi bagnata nell’uovo sbattuto e poi fritta nello strutto ( anche se noi la friggiamo nell’olio – per renderla meno pesante. 

Preparazione del Pancristiano

Sbattete le uova con un pizzico di sale, passate le fette di pane raffermo nel latte freddo, così che possano ammorbidirsi. Poi bagnatele completamente nell’uovo sbattuto. Prendete una padella e mettetevi abbondante olio extravergine di oliva; quando sarà bello caldo, friggetevi il pancristiano da entrambi i lati. (Al posto dell'olio potete usare lo strutto). Le fette diventeranno così morbide, soprattutto nella parte centrale della mollica, e di un colore dorato. Posatele su della carta assorbente da cucina per perdere l’olio in eccesso e mangiatele subito, quando ancora sono calde. 



E ora due vini aromatizzati medievali: Ippocrasso e Chiaretto

 

Ippocrasso e Chiaretto sono delle bevande antiche a base di vino aromatizzato fermentato e addolcito con miele. La leggenda attribuisce l' invenzione dell'Ippocrasso al medico greco Ippocrate nel V secolo a.C. In realtà il nome "hypocras" s'incontra per la prima volta solo a metà del XIV secolo, probabilmente in omaggio all'illustre medico.

Mentre l'Ippocrasso è fatto con vino rosso, Il Chiaretto  è fatto con  vino bianco, meglio se liquoroso come un passito o un vin santo. Contrariamente al Vin Brulè, non si deve far bollire il vino. 


Ippocrasso

1 litro di vino rosso di ottima qualità non eccessivamente tannico

100 g. di miele

3 bastoncini di cannella

1 cucchiaino di zenzero in polvere

5 capsule di cardamomo schiacciate,

3 o 4 chiodi di garofano

1 pizzico di noce moscata


Preparazione dell'Ippocrasso

Pestate le spezie intere in un mortaio. Versate il vino, il miele e tutte le spezie in un recipiente a chiusura ermetica e lasciate riposare 24 ore. Filtrate con garza due volte per ottenere un prodotto limpido, e gustate fresco.

 

Chiaretto

5 l di vino bianco o rosato

500 g di miele

5 g di petali di rosa (si trovano in erboristeria ma sono sostituibili con quelli freschi non trattati di cui, però, bisogna raddoppiare la dose)

7 g di zenzero secco

4 g di grani di pepe nero

15 bacche di cardamomo

5 g di cannella

3 g di chiodi di garofano

A piacere la buccia di un arancia non trattata


Preparazione del Chiaretto

Scaldare il vino e farvi sciogliere il miele mescolando senza portare a ebollizione. Aggiungere tutte le spezie possibilmente in pezzi e non in polvere (faciliterà l’operazione successiva). Tenere in infusione 45/60 minuti. Filtrare e lasciar riposare per almeno una settimana. Questo vino si mantiene a lungo ed è importante consumarlo almeno una settimana dopo la preparazione cosicché tutti gli aromi contenuti abbiano il tempo di decantare ed amalgamarsi.

Brindisi et Commiato

Al termine del banchetto e della festa, si ringraziano i presenti per la loro pazienza e la loro attenzione, il corteggio delle Madonne, la gentile e premurosa padrona di casa, Madonna Luigina, che ci ha messo a disposizione il suo Castello,  il maggiordomo e maestro di casa Messer Franco, che ci ha aiutato nella realizzazione di questa performance, la bravissima cuoca Graziella con le sue degne aiutanti e il nostro Scalco che ci hanno deliziato il palato,  il superbo Oste che ci ha fornito il bon vino, e infine,...... 

con in mano il dolce Ippocrasso, apprestiamoci allo BRINDISI de COMMIATO da bere tutto d'un fiato!!!


E, SE IL TUTTO AVETE GRADITO,

VOGLIATECI UN PO' DI BENE....

....ORMAI ABBIAM FINITO!!!!!


Ma se invece fossimo riusciti ad annoiarvi, credeteci, ......non s'è fatto apposta......!!!!!!!!!!